Brugnaro eletto al primo turno: «La lista civica è la chiave per governare anche Roma»

Luigi Brugnaro
Sindaco Brugnaro, la sua amministrazione sarà civica o di centrodestra? «La guida del Comune è civica, come...

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Sindaco Brugnaro, la sua amministrazione sarà civica o di centrodestra?

«La guida del Comune è civica, come lo era stata prima. Sostenuta dal centrodestra ma civica come confermano i voti che con il 33 per cento fanno dei Fucsia il primo gruppo in Consiglio comunale. Una sicurezza per i cittadini, perché governeremo per tutti e contro nessuno. E poi, c'è un allineamento tra la città e la Regione che non si era mai visto. Si può ricominciare a sognare».
In più occasioni ha parlato di estendere l'esperienza al resto del Paese. Ne è ancora convinto?
«Il nostro successo e il successo di Zaia testimoniano che si vuole andare da un'altra parte. Vedremo se saremo bravi da portare un messaggio nazionale: la trasversalità e la proposta civica credo siano l'unico modo con cui il centrodestra possa tornare al governo. La nostra non è un'alleanza di comodo: siamo convinti che il Paese debba cambiare marcia. Deve vincere il lavoro, la fatica, non la paghetta sociale».
Che differenze ci sono rispetto al 2015?
«L'altra volta mi ero candidato perché eravamo di fronte a una situazione imbarazzante, la ribellione all'idea che fosse un magistrato ad amministrare la città. Questa volta c'è un passo in più. La città ha preso coscienza, con candidati di alto spessore civico e questa grande alleanza con Zaia. Con lui abbiamo una certa affinità da parecchi anni. E a Venezia vince il partito della concretezza, del fare. Apriremo anche all'opposizione, con la possibilità di fare proposte migliorative purché fattibili».
Cosa farà domani?
«Porto a scuola mia figlia e poi vado a dormire. Sono in piedi da novembre dell'anno scorso e non mi sono mai fermato. Prima l'acqua alta, poi la riparazione e i risarcimenti ai danneggiati e poi il covid. In questi ultimi giorni abbiamo fatto ripartire le scuole. È stato durante la campagna elettorale e qualcuno si è lamentato che non andavo ai dibattiti. La verità è che nella gestione delle emergenze i sindaci sono stati lasciati da soli».
Da dove partirà?
«Dal rilancio della città e del lavoro, Porto Marghera, le bonifiche. Sul porto siamo molto preoccupati, c'è gente che non prende lo stipendio da febbraio. Poi un altro tema sarà la sicurezza e andremo giù molto pesante. Questa volta vogliamo in strada non solo i nostri vigili ma anche la polizia di Stato, vogliamo un presidio forte su Mestre, la stazione e Marghera. Non starò più zitto con il governo, mantengano le promesse. In questi due ultimi anni con la sicurezza ci siamo probabilmente fatti carico di cose che non ci competono, ora tocca anche agli altri. Che ci siano stati dei risultati per la nostra polizia locale è fuori dubbio. Chiedo una commissione aperta, vogliamo vedere quante sono le denunce dei singoli corpi di polizia, perché le nostre denunce e gli arresti li sappiamo, vogliamo conoscere anche i numeri degli altri. Non ci stiamo più a fare la parte degli eroi solitari e silenziosi. Qui lo Stato è mancato. L'autonomia non la chiede Zaia, la chiedono i veneti e la chiedono i veneziani».
Il suo successo è stato travolgente, tranne in gran parte della città storica, dove il voto per Baretta ha sfiorato il 50 per cento.
«Basta con l'arriva Brugnaro, il provinciale, quello che viene dalla periferia, a risolvere i problemi del centro storico. È finita questa storia. Io i cassonetti a Venezia non li pulisco più. Se veramente avete a cuore il futuro del centro storico di Venezia e ci abitate, basta mangiare e mettere in tasca. Che si tirino su le maniche».
Chi si sente di ringraziare?

«Ringrazio Forza Italia e il coordinatore Michele Zuin che mi ha dato fiducia fin dal primo giorno nel 2015. E poi la Lega con Andrea Tomaello, Fratelli d'Italia, il mio amico Renato Boraso, poi voglio ringraziare Roberto Panciera, già assessore della giunta Orsoni, che in mio appoggio ha formato una lista di spessore. Ringrazio la squadra che mi ha sostenuto, che ha fatto la gavetta ed è pronta per un altro giro. Da ultimo, Stefania e i miei figli».
Michele Fullin
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Il Gazzettino