BELLUNO - Febbre alta. Anzi, altissima. Il Bellunese continua ad essere “ammalato” di gioco d’azzardo. E la malattia non accenna a diminuire. Lo dicono...
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Il quadro bellunese è polarizzato sui grandi centri. Ma con qualche eccezione. La costruzione della cifra monstre di 108 milioni abbondanti di euro parte dal capoluogo. A Belluno, difatti, slot machine, lotterie varie, scommesse e gratta e vinci hanno tolto dalle tasche e dai portafogli dei bellunesi quasi 35 milioni di euro nei primi sei mesi del 2017 (la cifra esatta arriva a 34.227.088,50 euro). Significa che mediamente ogni residente nel Comune di Belluno ha puntato 954,04 euro. Ovviamente nel computo sono compresi anche i non giocatori e coloro che manco sanno cosa sia un gratta e vinci. Tradotto: i giocatori d’azzardo hanno speso mediamente molto di più di mille euro tra gennaio e giugno 2017. Se poi si proietta la stessa cifra sugli altri sei mesi dell’anno, si rischia di avere un capogiro. In pratica, c’è chi si beve uno stipendio (e anche più) nel gioco d’azzardo; senza nessuna garanzia di vincita, anzi. Dietro a Belluno c’è Feltre, con 15.555.847,78 euro giocati nel primo semestre 2017. La cifra media pro capite, però, scende a 753,46 euro. Magra consolazione. Magrissima. Anche perché il quadro della Valbelluna è davvero spaventoso. Eccezion fatta per Cortina (6.202.613,12 euro giocati nel periodo considerato; 1.059,91 euro pro capite di media, anche se sul dato incidono molto le presenze turistiche, non conteggiate), il grosso della febbre da gioco si misura tra il Bellunese, Destra e Sinistra Piave e il Feltrino. Si sta poco a fare il conto. A Santa Giustina il primo semestre 2017 ha fruttato 5.608.276,95 euro di azzardo (828 euro pro capite, di media). La vicina Sedico ha toccato quota 5.499.014,29 euro (546 euro pro capite). A Ponte nelle Alpi si sono giocati quasi 4 milioni di euro (3.947.536,18 euro per l’esattezza), mentre l’Alpago è arrivato a 1.554.088,81 euro. A Mel si sono sfiorati i 2 milioni di euro (1.969.676,24 euro), a Longarone i 3 milioni di euro (2.955.517,34 euro), e Limana e Trichiana in due superano abbondantemente i 3 milioni di euro. Se ci si aggiungono Lentiai (1.181.415,13 euro), Cesiomaggiore (1.159.700,73 euro), Quero-Vas (1.355.459,85 euro), Alano (1.263.796 euro), Seren (1.651.245 euro) e Fonzaso (1.527.339,32 euro) il gioco è fatto. Restano fuori Agordo e Pieve di Cadore (quasi 2 milioni ciascuna), Auronzo (1.429.094 euro), Santo Stefano (1.121.855 euro) e Calalzo (1.402.349 euro). Tutte le altre località hanno ordini di grandezza completamente diversi, dettati anche dal ridotto “bacino d’utenza”.
Qualcuno dice: se non si gioca non si vince. È vero. Ma chi vince non si ripaga mai dell’investimento fatto per giocare. I dati parlano chiaro. La somma delle cifre vincenti di gratta e vinci, lotterie e simili supera di poco la metà dei soldi giocati. In Comune di Belluno, tanto per fare un esempio, le vincite legate all’azzardo nel primo semestre 2017 arrivano a 27 milioni di euro. A Feltre si fermano a poco più di 10 milioni, mentre a Cortina sono a quota 4 milioni. Il resto? Bruciato. Altrimenti sarebbe un guadagno, non un azzardo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino