Zaia: «Nel 2017 porteremo i veneti al referendum sull'autonomia»

Zaia: «Nel 2017 porteremo i veneti al referendum sull'autonomia»
VENEZIA - «Porteremo nel 2017 i Veneti al referendum sull'autonomia e, anche se non ci sarà automaticamente, il giorno dopo il Veneto non sarà comunque...

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VENEZIA - «Porteremo nel 2017 i Veneti al referendum sull'autonomia e, anche se non ci sarà automaticamente, il giorno dopo il Veneto non sarà comunque più quello di prima». Lo ha detto il governatore Luca Zaia nel corso dell'incontro di fine anno con i media locali. Da quel momento, ha aggiunto, «inizierà un negoziato serrato, nel quale non faremo sconti, né sull'articolo 116 della Costituzione, né sulla modifica costituzionale, perché vogliamo vedere riconosciuta, in Costituzione, la stessa autonomia di Bolzano». Sui temi della convocazione referendaria, Zaia ha detto: «chiederemo a Roma l'election-day con le Amministrative, per risparmiare 14 milioni di euro: se questo non arrivasse, a metà gennaio convocherò comunque le urne, per fare il referendum tra marzo e aprile».


Zaia, affrontando il tema della crisi delle banche, in particolare delle due venete, si è detto «molto preoccupato». «Un'economia che riparte - ha detto Zaia - ha bisogno delle banche e il Veneto, per me, ha bisogno di un suo istituto di credito, un network del territorio che non butti al vento anche l'occupazione garantita. Mi piace l'alleanza delle banche di credito cooperativo con Trento, bel segnale nei confronti della nostra gente. Sono convinto che i cittadini debbano essere informati sugli scenari possibili per Popolare di Vicenza e Veneto Banca: "spezzatino", vendita e fusione. E, qualora si arrivasse a quest'ultima, credo che debbano essere garantiti i fidi delle due banche. Resta il pensiero dei 205.000 azionisti che a oggi non hanno avuto alcun ristoro: deve esserci una risposta, da parte delle banche».


Zaia ha commentato la possibilità di ingresso dello Stato anche in queste banche con capitale pubblico: «vedremo come andrà. Vanno bene i decreti, ma bisogna pensare a chi ha perso tutto. Non sono contrario all'intervento pubblico, ma bisogna vedere modalità e genesi del decreto. Anche perché tutto questo aiuto alla gente non è un regalo da Roma, ma solo i nostri soldi che arrivano».
 
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Il Gazzettino