Salvini stoppa Zaia: «Luca stai sereno, Renzi lo sfido io»

Luca Zaia e Matteo Salvini
Settembre 2015, al termine di un comizio a Cittadella Salvini va a cena con Zaia e gli confida: alle prossime Politiche puntiamo su di te. Erano i tempi in cui si parlava di un...

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Settembre 2015, al termine di un comizio a Cittadella Salvini va a cena con Zaia e gli confida: alle prossime Politiche puntiamo su di te. Erano i tempi in cui si parlava di un piano Lega Italia con l'obiettivo di coinvolgere tutti i pezzi del centrodestra, a partire dagli azzurri, e il candidato naturale da acclamare con primarie rispondeva al nome del governatore del Veneto, l'amministratore che elezione dopo elezione, sondaggio dopo sondaggio, continuava e continua a macinare consensi.

Febbraio 2017, la sinistra va in frantumi, il Pd di Renzi si avvia alla scissione, il centrodestra si rianima. Ricostruzioni giornalistiche narrano di un Cavaliere deciso a puntare su Zaia: i due si sarebbero sentiti, in programma ci sarebbe un prossimo incontro riservato da qualche parte del Nordest. «Vedrete che la spunterò», avrebbe detto Berlusconi ai suoi, salvo poi smentire il retroscena. Qualche giorno prima era stato il collega leghista governatore della Lombardia, Roberto Maroni, a sostenere Zaia: «Avrebbe un profilo perfetto. Lo stimo molto: giovane, capace, con un grande avvenire. Nei sondaggi è il presidente di Regione più amato d'Italia. Ha lavorato benissimo sia in Veneto che a Roma, come ministro per l'Agricoltura. Ma, per paura di bruciarlo, non lo candido a nulla. Anzi, il fatto che venga spesso evocato mi fa temere il tiro al piccione».
Insomma, Zaia candidato premier? Il no è arrivato ieri nientemeno che da Matteo Salvini: «Leggo che c'è più di un leghista che potrebbe fare da candidato premier - ha detto il leader del Carroccio - Sono ben contento. Zaia fa e farà benissimo il governatore del Veneto, Maroni fa e farà benissimo il governatore della Lombardia. Io sono pronto anche domattina a sfidare Renzi e Grillo». Il candidato premier della Lega sono io, dice dunque Salvini. Cos'è cambiato rispetto a un anno e mezzo quando Zaia era «il candidato premier ideale»? Va detto che già in piena campagna referendaria, lo scorso autunno, Salvini aveva aggiustato il tiro, tanto che a Firenze, per il no alla riforma costituzionale, sia Zaia che Maroni era stati declassati a ministri: «Mi candido con una squadra - aveva detto Salvini in quell'occasione - Luca è una delle migliori risorse della Lega e del Paese. Nel governo Salvini ci sarà posto per Zaia, per Maroni, e per altri: conosco tanti sindaci veneti che come ministri farebbero meglio della Boschi». E ieri, dopo l'indiscrezione giornalistica su Berlusconi pronto a incontrare il governatore del Veneto, Salvini ha escluso di mettersi da parte per favorire Zaia. E ha avvertito gli alleati: «Patti chiari, amicizia lunga: se pensano di far litigare la Lega hanno sbagliato a capire, perché Zaia e Maroni li ho sentiti anche oggi». Nessun commento da parte del governatore del Veneto sui pensieri del Cavaliere di ricostruire il centrodestra puntando proprio su di lui. Ogni volta che salta fuori l'argomento, Zaia ripete che deve amministrare la Regione. Ma è curioso osservare che le parole di Salvini di un anno e mezzo fa, stando ai retroscena della famosa cena dopo il comizio di Cittadella, sono assai simili ai ragionamenti che avrebbe fatto il Cavaliere: e cioè che rispetto a Salvini il barricadero, l'elettorato moderato potrebbe gradire ilmeno aggressivo governatore veneto.

Ma forse, come dice Maurizio Gasparri, è troppo presto parlare di candidature visto che neanche si sa quando si andrà al voto. «Zaia candidato del centrodestra? L'ho letto oggi, mi pare prematuro», ha detto il vicepresidente del Senato. Aggiungendo: «Berlusconi pensa di candidare se stesso».
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Il Gazzettino