Associazione Bellunesi nel Mondo, la Regione Veneto taglia. L'appello: «Luca Zaia aiutaci»

Alla Consulta di Vicenza, in settembre era stato approvato il “Programma annuale 2024” per un importo pari a 260mila euro

Associazione Bellunesi nel Mondo, la Regione Veneto taglia. L'appello: «Luca Zaia aiutaci»
BELLUNO - Secca sforbiciata di contributi regionali all’associazionismo veneto che si occupa di emigrazione. Alla Consulta di Vicenza, in settembre era stato...

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BELLUNO - Secca sforbiciata di contributi regionali all’associazionismo veneto che si occupa di emigrazione. Alla Consulta di Vicenza, in settembre era stato approvato il “Programma annuale 2024” per un importo pari a 260mila euro; nel recente Bilancio di previsione 2024 però la Regione Veneto stanzierà, in totale, 175mila euro.


LA DENUNCIA
«Una differenza di 85mila euro - il commento amaro di Oscar De Bona, presidente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo - dispiace apprendere che in occasione dell’anno del “Turismo delle radici”, voluto dal Ministero degli Esteri e sostenuto anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la Regione non investa in modo appropriato sul nostro associazionismo e sulle comunità dei veneti nel mondo». Un brutto colpo per un punto di riferimento storico degli emigranti della nostra provincia. Nata nel 1966 a Belluno come “Associazione Emigranti Bellunesi”, e convertita all’inizio degli anni ‘90 in “Associazione Bellunesi nel Mondo”, uno dei suoi primi impegni fu la ricerca dei bellunesi sparsi in tutto il mondo, mentre fin dai primi anni, si è rivelata importante strumento di collegamento e di aggregazione con l’istituzione delle “Famiglie Bellunesi”, nuclei di emigranti che oggi contano oltre un centinaio di comunità nel mondo. Un altro segno della presenza dell’Associazione nel territorio fu la nascita delle “Famiglie di ex-emigranti”, oggi una  ventina in Provincia, che hanno l’obiettivo di recuperare quel gran patrimonio di energie, esperienze ed idee di chi, dopo tanti anni di lavoro all’estero, ritorna finalmente al paese d’origine. Fin dal 1966 il sodalizio pubblica ininterrottamente (oggi anche con un’edizione online), un prezioso apprezzato periodico d’informazione che arriva nelle case dei nostri emigranti nel mondo. Di recente l’attenzione dell’Associazione si è rivolta da una parte alla ricerca e all’aggregazione dei “talenti” bellunesi all’estero, tanto che è del 2008 la nascita di “Bellunoradici.net”, il social network che aggrega con successo decine e decine di talenti bellunesi all’estero, mentre costante è l’attività di informazione attraverso radio Abm, che nata nel dicembre 2016, attraverso il web contribuisce a mantenere vivi i legami con i bellunesi all’estero.


IL PROGRAMMA


E siamo all’anno in corso, che vedrà la promozione turistica del territorio, attraverso i settanta milioni di discendenti italiani presenti all’estero, per un interessante opportunità di crescita, a livello economico che culturale del nostro Paese. «Abbiamo un altro Veneto nel mondo - continua il presidente De Bona - e il Veneto (vedasi lo spopolamento - che non interessa solo il Bellunese - e la mancanza di figure professionali come autisti, elettricisti, idarulici, medici, infermieri, oss,...) ha bisogno dei nostri discendenti. Discendenti per lo più già in possesso della cittadinanza italiana. Discendenti collegati direttamente con i nostri circoli perché, non dimentichiamolo, se il loro legame con il Veneto è ancora così forte lo dobbiamo proprio al nostro associazionismo». «Mi appello al presidente della Regione Luca Zaia - conclude De Bona - che da sempre ha a cuore le nostre comunità di veneti all’estero, affinché possa trovare un modo per trovare altre risorse economiche per il nostro associazionismo. Non smetterò mai di dire che con un investimento di uno, attraverso i nostri emigranti, si può ottenere dieci. L’Associazionismo veneto ha bisogno di un sostegno concreto da parte della Regione Veneto e non solo per mantenere viva la storia della nostra emigrazione, ma anche per supportare i migliaia di veneti che ogni anno vanno all’estero e, lo ripeto, i nostri discendenti desiderosi di rientrare». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino