Luca Morisi, la Procura ha chiesto l'archiviazione per l'ex guru social

VERONA - La Procura di Verona ha chiesto l'archiviazione per Luca Morisi, l'ex guru social della Lega coinvolto nell'inchiesta per cessione e detenzione di...

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VERONA - La Procura di Verona ha chiesto l'archiviazione per Luca Morisi, l'ex guru social della Lega coinvolto nell'inchiesta per cessione e detenzione di stupefacenti nata dopo la notte trascorsa nella sua abitazione con due ragazzi contattati tramite un sito di incontri. Secondo quanto si apprende da fonti qualificate, il pm ha depositato la richiesta al Gip. 

Mezzo grammo di cocaina

I pm di Verona hanno trasmesso al gip la richiesta di archiviazione per Luca Morisi, finito nel registro degli indagati per cessione e detenzione di sostanze stupefacenti. L'indagine è quella legata alla vicenda della notte trascorsa, il 14 agosto scorso, nella sua abitazione di Belfiore, con due ragazzi che erano stati contattati via web, su un sito di incontri. L'iniziativa dei magistrati veronesi, che hanno chiesto l'archiviazione anche per uno dei due escort romeni mentre nessuna accusa era stata mossa all'altro giovane, era attesa. Nel documento inviato al giudice per le indagini preliminari i pm sostanzialmente sostengono che quel mezzo grammo di cocaina trovato in una bustina non è sufficiente a chiedere che venga instaurato un processo.

Caduta accusa di spaccio

Gli elementi che hanno portato la bilancia a pendere dalla parte dell'archiviazione per Morisi sono essenzialmente due: il social manager ha ammesso di aver acquistato la cocaina, ma, come ha spiegato ai magistrati il suo avvocato, Fabio Pinelli, non c'è stato «un accordo preventivo di scambio» con gli altri due per consumarla insieme. E questo, da codice, fa cadere l'accusa di spaccio. In secondo luogo si trattava di una dose minima, compatibile con l'uso personale. 

 

 

Messaggi prima della notte brava

Gli inquirenti hanno svolto anche l'analisi delle chat intercorse in quelle ore tra i tre, prima della «notte brava». Le verifiche hanno escluso che il flacone di droga dello stupro in possesso di uno dei ragazzi appartenesse a Morisi, come questi aveva sostenuto. La Procura di Verona ha confermato che si tratta di «cessione reciproca di stupefacente, Ghb e cocaina, non punibile per la «particolare tenuità , considerati la quantità e il noto contesto». Tutto era cominciato la vigilia di Ferragosto, con una strana telefonata ricevuta il pomeriggio del 14 dai carabinieri di Belfiore. All'altro capo un giovane che chiedeva al 112 di intervenire subito perché c'era stato "un furto". All'arrivo sul viale che porta a Palazzo Moneta, i militari avevano trovato i due giovani romeni che stavano litigando con Morisi. Uno di loro voleva denunciarlo, e ad un certo punto aveva tirato fuori dallo zaino un flacone di Ghb, sostenendo che l'aveva dato loro Morisi. Da lì la perquisizione, le ammissioni di Morisi sui ragazzi contattati in un sito di incontri, le tracce di cocaina in casa. La parola passa ora al Gip che dovrà decidere sulle sorti del fascicolo.

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Il Gazzettino