Il senatore veneto De Carlo: «Io, Belén e l'app, così controllo la mia mandria di mucche da Palazzo Madama»

Il senatore Luca De Carlo
Ha detto di sé: «Ho braccia rubate all'agricoltura, sono una sorta di Cincinnato». Ma a differenza del generale Lucio Quinzio, che tornò alla vita di...

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Ha detto di sé: «Ho braccia rubate all'agricoltura, sono una sorta di Cincinnato». Ma a differenza del generale Lucio Quinzio, che tornò alla vita di campagna dopo aver concluso la carriera in politica, il senatore Luca De Carlo può tenere sotto controllo la sua azienda zootecnica direttamente dallo scranno di Palazzo Madama. Meraviglie della tecnologia: «Attraverso un'app, monitoro da Roma le mie mucche al pascolo. Purtroppo a Feltre ci sono i lupi, così sto più tranquillo. Mi basta dare un'occhiata allo smartphone, un po' come faccio per vedere i nuovi messaggi. Anche nei lavori parlamentari? Ma no, solo durante le pause».


Le mucche del senatore De Carlo


Negli anni De Carlo ha aggiornato periodicamente sui social la lista degli animali presenti nella sua fattoria, dalle mucche agli asini, dalle capre alle galline: famosa l'immagine dell'Ape carica di uova "Co-co-dè Carlo" che girava per i mercati. «Ma per quelle serve una presenza costante dice il primo cittadino di Calalzo di Cadore e coordinatore veneto di Fratelli d'Italia che non riesco più a garantire. Invece con le vacche è più facile. Ora ho tre Highlander, la razza scozzese dal pelo lungo, adatta a pascolare tutto l'anno. Due sono marroni: Cinzia e Sandra. La terza è nera: Belén». Il nome da gran bellezza, decisamente più pop dell'impegnativo "Il Che" con cui il meloniano (che spesso di Ernesto Guevara veste pure la maglietta) aveva ribattezzato il suo asinello preferito, fa già capire che la prescelta è proprio lei. Insieme al campanaccio, la bovina indossa un radiocollare verde fluo in cui è inserita una scheda sim, che permette la geolocalizzazione in tempo reale della piccola mandria. «Seguendo una delle tre bestie spiega il presidente della commissione Agricoltura del Senato riesco comunque a capire com'è la situazione complessiva. Gli animali sono liberi di muoversi nei due ettari e mezzo della nostra proprietà, recintata con un doppio filo di protezione elettrica. Hanno acqua corrente ed erba fresca a volontà, ma ho acquistato del fieno se dovesse servire in aggiunta. Mio figlio Christian se ne occupa insieme a me. Quando noi due non possiamo essere in zona, verifichiamo che sia tutto a posto tramite il Gps».


Mucche controllate via App


La novità è stata introdotta nell'allevamento da un paio di settimane. Dopo aver disegnato nell'applicazione il perimetro del suo podere, De Carlo sa che riceverà una notifica ogni volta che Belén uscirà o rientrerà: l'eventuale superamento della recinzione virtuale, evidentemente lo avviserebbe di un danneggiamento dello steccato fisico. «Con i lupi non si sa mai, è una sicurezza in più», osserva il senatore, che fruisce poi del servizio di localizzazione: «Oltre a vedere l'esatta posizione del bestiame ogni volta che mi collego, posso anche ricostruire il percorso fatto nelle ultime ventiquattr'ore, un po' come succede con il "conta-passi" dei dispositivi per noi umani. Quella per l'allevamento è una passione che ho da una ventina d'anni e che ho la fortuna di condividere con mio figlio. Per noi è anche l'occasione di trascorrere del tempo insieme». Chissà se un'app così sarebbe utile anche per tenere sotto controllo i politici. De Carlo sorride: «A noi non serve il radiocollare: con la smania da social che abbiamo, ci arrangiamo da soli a far sapere dove siamo e cosa facciamo...». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino