Stradina contesa tra l'hotel Metropole e una famiglia: prescrizione per l'ex sindaco Luca Claudio

L'ex sindaco Luca Claudio
ABANO TERME - Prima l’assoluzione, arrivata il 4 novembre del 2019, e adesso la prescrizione sentenziata dalla Corte d’Appello di Venezia. Insomma, una buona notizia a...

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ABANO TERME - Prima l’assoluzione, arrivata il 4 novembre del 2019, e adesso la prescrizione sentenziata dalla Corte d’Appello di Venezia. Insomma, una buona notizia a metà per l’ex “re” delle Terme Luca Claudio accusato di tentato abuso d’ufficio. Già, perchè comunque i giudici lagunari lo hanno condannato a risarcire, in sede civile, i coniugi Bernabei e a pagare le spese processuali. Il pubblico ministero Sergio Dini, sul caso della stradina contesa tra l’hotel Metropole e appunto la famiglia Bernabei, aveva chiesto per Claudio cinque mesi di reclusione. L’avvocato Ferdinando Bonon, legale dell’ex sindaco di Abano, si è sempre detto sicuro dell’assoluzione, ottenendo un processo in rito abbreviato. 


 

I FATTI 
La vicenda era iniziata nel lontano 2002 e riguardava una stradina di passaggio contesa tra l’hotel Metropole e la famiglia Bernabei. Nel mezzo si sarebbe infilato Luca Claudio che da sindaco di Abano, secondo l’accusa, avrebbe reso quella laterale di via Flacco pubblica, attraverso un’ordinanza dell’11 marzo del 2015, per favorire gli amici albergatori del gruppo Borile. Tuttavia il 25 settembre del 2018 la Cassazione si era espressa dando ragione al noto enologo aponense Franco Bernabei, confermando che la stradina è di proprietà privata.

L’hotel del Gruppo Borile, sul presupposto errato che l’area della stradina fosse pubblica, venne ampliato derogando alla distanza di confine. È proprio quella distanza che sentenze di primo, secondo e terzo grado hanno prescritto che deve essere ripristinata. L’amministrazione comunale targata Luca Claudio iniziò l’iter per l’esproprio dell’area della stradina e la costituzione su di essa di una servitù pubblica di passaggio. Furono prima il Tar del Veneto, e poi il Consiglio di Stato, a sancire l’illegittimità di quella iniziativa. Nel maggio del 2018 una Scia (segnalazione certificata inizio attività) per la realizzazione di un muretto sul confine lungo tutto quel lato dell’hotel, aveva mobilitato i lavoratori che temevano la chiusura dell’albergo visto che non ci sarebbero più stati gli spazi antincendio necessari. La Scia venne poi sospesa. 


L’INCHIESTA 


I legali del gruppo alberghiero sollevarono la questione dell’esistenza di una servitù di passaggio a favore dell’hotel, mentre quelli dei coniugi Bernabei affermarono che nessuna iniziativa sarebbe stata assunta prima della sentenza di Cassazione. La Procura aveva così chiuso il fascicolo contestando a Claudio il reato di tentato abuso d’ufficio. Ma prima è stato assolto e adesso il reato è stato dichiarato prescritto dai giudici della Corte d’Appello.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino