A Padova tutti multati ma nessuno paga: riscosse 2 sanzioni in un anno

A Padova tutti multati ma nessuno ​paga: riscosse due sanzioni in un anno
PADOVA - È inflessibile la linea contro l'accattonaggio molesto adottata dalla giunta comunale di Massimo Bitonci. Un provvedimento che sta dando frutti soprattutto come...

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PADOVA - È inflessibile la linea contro l'accattonaggio molesto adottata dalla giunta comunale di Massimo Bitonci. Un provvedimento che sta dando frutti soprattutto come deterrente. Dal gennaio 2013 a oggi in città sono stati fermati, identificati, fotosegnalati e sanzionati 2.056 mendicanti, 821 lo scorso anno e 1.235 nel 2014.




Tra loro, nel 2013, 809 mendicanti e 12 lavavetri; mentre da gennaio di quest'anno ad oggi 1.194 mendicanti e 41 lavavetri. Negli ultimi due mesi, con l'insediamento della nuova amministrazione come sottolinea l'assessore alla Sicurezza Maurizio Saia, c'è stato un incremento dei fermi del 50 per cento e dell'80 per cento per quanto riguarda i foto segnalamenti.



Va male però sul fronte del pagamento delle sanzioni (una media di 50 euro) comminate a mendicanti, questuanti molesti e lavavetri. A pagare le multe infatti sono stati solo in due lo scorso anno e altri due in questo. Minimi rispetto alla percentuale di fermati anche i numeri che riguardano le sanzioni pagate in modo parziale, ovvero con la confisca del denaro raccolto dall'accattonaggio che viene trattenuto come anticipo sulla sanzione. Nel 2013 sono stati 35 gli anticipi sull'intero importo della multa mentre nel 2014 sono state 48.



«Gli accattoni non si eliminano attraverso le multe ma queste sono un elemento che serve per verificarne l'identità e fotosegnalarli in modo che per un certo periodo restino trattenuti - commenta l'assessore Saia - Una volta comminata la sanzione, viene rilasciato loro un verbale che regolarmente rifiutano. Allora la sanzione viene spedita al domicilio, molto spesso in Romania dove non viene certo pagata, confiscando nel frattempo quanto hanno raccolto. L’assessore aggiunge: «Di solito si tratta di una ventina di euro per un motivo ben preciso. Non sono poveri, ma persone che fanno parte di un paio di organizzazioni alle quali stiamo risalendo. Un "incaricato" passa circa quattro volte al giorno a ritirare il contante e a portare loro il pasto. Un modo per far sì che, quando vengono fermati, al momento della confisca abbiano pochi spiccioli in tasca». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino