Arrivati i primi richiedenti asilo a Loreo, monta la protesta dei residenti in zona

Villa Anconetta a Loreo
LOREO - Alcuni dei 50 richiedenti asilo destinati al residence Piccola Venezia sono giunti a destinazione nella tarda mattinata di ieri e nei prossimi giorni saranno...

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LOREO - Alcuni dei 50 richiedenti asilo destinati al residence Piccola Venezia sono giunti a destinazione nella tarda mattinata di ieri e nei prossimi giorni saranno raggiunti dalle altre persone che saranno ospitate nella struttura a Retinella di Loreo. Nell’area situata nella campagna, dove si trovano alcune abitazioni e il b&b Villa Anconetta, come era stato anticipato un paio di settimane fa sono iniziati gli arrivi dei migranti che provengono da varie strutture situate ad Arquà Polesine, Ariano nel Polesine, Bagnolo di Po, Canaro, Cavanella Po e Papozze. La decisione di ricollocarli nel residence loredano, dove già nel 2015 per tre anni c’erano stati circa 70 richiedenti asilo, negli ultimi tempi ha riacceso il dibattito riportando in particolare l’attenzione sul b&b posizionato ad una manciata di metri dalla struttura data in affitto per l’accoglienza. «Domani alle 18 manifesteremo – ha anticipato ieri Bartolomeo Amidei, già sindaco di Loreo e senatore e che col fratello gestisce il b&b Villa Anconetta -, ho già fatto richiesta e preavviso formale e sono stato autorizzato dal questore».


LA POLEMICA

Il dissenso da parte dell’imprenditore, sta in primis nel fatto che la villa cinquecentesca adibita a b&b potrebbe risentire della vicinanza con il residence, come già accaduto in passato, e il timore che da una situazione di inserimento le 50 persone che troveranno spazio nel residence si possa ora passare ad una condizione di isolamento. «La cosa assurda a cui stiamo assistendo è il fatto che si farà morire una realtà che fa turismo e cultura nel territorio – ha spiegato Amidei - ma anche che verranno concentrate 50 persone, che già facevano parte dell’accoglienza diffusa in 5-6 comuni della provincia e che ora saranno ghettizzate. Alcuni di loro già lavoravano, erano inseriti, e in questa maniera hanno perso il posto di lavoro. E allora viene spontaneo chiedersi: perché? C’è un dato oggettivo e concentrarli è più conveniente per la cooperativa a danno dei cittadini italiani, in questo caso parliamo di tre famiglie residenti e di un’attività imprenditoriale, oltre che dei profughi. Mercoledì sarò all’esterno dell’area con i residenti ci saranno interventi e avremo degli striscioni. Oltre a noi stando alle adesioni dovrebbero intervenire molte persone». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino