Lorenzo Cristea, le dieci coltellate furiose davanti alla discoteca

La famiglia del killer 19enne: «Soffriamo, non riusciamo più a parlare di Badr». La Procura rende noto il video della rissa. Lunedì l’autopsia sul corpo di Cristea

CASTELFRANCO VENETO - «Siamo addolorati. Non riusciamo neanche a parlare. Lasciateci soffrire da soli». Nadia e Bouazza Rouaji, i genitori di Badr, diciannovenne accusato...

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CASTELFRANCO VENETO - «Siamo addolorati. Non riusciamo neanche a parlare. Lasciateci soffrire da soli». Nadia e Bouazza Rouaji, i genitori di Badr, diciannovenne accusato dell’omicidio di Lorenzo Cristea al Playa Loca assieme a Taha Benhani, si sporgono stravolti dal terrazzo del loro appartamento. Vivono al terzo piano di un condominio a Contea di Montebelluna da circa un anno. Dicono di non aver avuto ancora modo di parlare con Badr e di non sapere nulla su come stia. «Quando sapremo cosa gli è successo, parleremo anche noi» aggiungono, prima di chiudere la portafinestra. Da qualche giorno, raccontano i vicini, si sono chiusi in casa. Una sofferenza, la loro, che condividono anche con il resto della famiglia, altri quattro figli. In molti nel quartiere conoscono Badr, ancora studente.

 

 

Le immagini

Nel frattempo, terminate le analisi, la Procura ha divulgato le immagini della rissa mortale di domenica scorsa in via Pagnana: sono mosse e sfocate, ma si intravedono bene tutti i protagonisti. Cinque contro due, con gli arrestati sul margine del fosso. Tra tutti, il più evidente è Badr, con un giubbotto nero e le mani insanguinate, nell’atto di sferrare fendenti in rapida sequenza, ma si vedono anche Alessandro Bortolami che tenta di pararsi con le mani, Lorenzo Cristea, Alessandro Pepe ed Emanuele Biliato, che sembrano ancora inconsapevoli di quello che sta per succedere. Il video, della durata di soli otto secondi, ha aiutato gli inquirenti a confermare la presenza di un secondo coltello, poi individuato nelle vicinanze di un cespuglio e inviato ai Ris, perché privo di tracce di sangue. Si tratterebbe di un coltello da cucina di dieci centimetri privo del manico, forse utilizzato da Taha Benhani, a cui l’altro ieri sono state contestate le stesse accuse del 19enne. Sarà l’autopsia, prevista per lunedì pomeriggio e assegnata al medico legale Alberto Furlanetto, a chiarire chi abbia colpito chi. Ma il file ha confermato anche un altro dettaglio importante: tutti partecipavano attivamente alla rissa.

 

 

Il ferito

«Mio figlio sta bene. È a casa ed è contento che il suo amico Borto sia sopravvissuto» – spiega il papà di Alessandro Pepe, ferito al bicipite da una coltellata. Ricoverato al reparto Ortopedia di Montebelluna, è da poco stato dimesso. – «Dovrà proseguire le cure, ma si riprenderà del tutto». La testimonianza del diciannovenne è stata importante per la Procura: ha detto di essere stato ferito da Taha, confermando l’ipotesi del secondo pugnale. «Noi siamo basiti. Nessuno riesce a capacitarsi di questa brutalità: cioè, io prendo un coltello, aspetto fuori e do pugnalate a tutti. È allucinante. Mio figlio e i suoi amici non si aspettavano che fossero armati di coltello. Quei due volevano ammazzare».

 

 

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Il Gazzettino