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CORNUDA (TREVISO) - «Il vaccino è l'unica salvezza. Perchè il Covid è molto più subdolo di quanto possa sembrare. Ve lo dice una che ha la vita bloccata da 7 mesi. E l'ha contratto come asintomatica». Silvia Previti, 31 anni, ha potuto vaccinarsi il 30 settembre: «Una gioia immensa». La sua è una delle prime sindromi da Long Covid certificata. Una diagnosi difficile, nata dopo mesi di vicoli ciechi, esami a posto ma di condizioni fisiche sempre più invalidanti. Giovane, sana, un lavoro nella cultura, una vita. Poi arriva la pandemia.
IL CONTAGIO
«Il mio contagio è avvenuto per contatto in famiglia nel marzo 2021. Durante i miei dieci giorni di positività ho avuto fra tutti i sintomi più blandi: 37.5 di temperatura costanti, perdita di gusto e olfatto, spossatezza e nulla di più». Pensava che le fosse andata bene: «Si, perché ho visto mio padre con la bombola dell'ossigeno. E mia madre stare male. Loro hanno avuto sintomi severi. Io ho curato tutti, stavo meglio di loro».
IL CALVARIO
Poi le cose iniziano a peggiorare. «Quando più o meno tutti ci siamo negativizzati ho avuto un crollo.
LA SINDROME
La risposta arriva dalla neurologa, dopo l'elettromiografia. Ed è spiazzante: «Qualcuno deve avere il coraggio di dire agli sfortunati come voi che avete ancora il Covid. Non siete più positivi al tampone, non siete più contagiosi ma il maledetto si è annidato nel vostro organismo e in ognuno si manifesta ancora con sintomi subdoli e diversi». A quel punto Silvia cerca di capire: attraverso il gruppo Facebook Long Covid di Morena Colombi si accorge che ci sono altre storie simili alla sua. Così, paradossalmente, inizia una piccola risalita. «Mi indirizzano al centro di Motta di Livenza, dove vengono fatte le riabilitazioni ai malati che sono stati in Terapia intensiva. Arrivo e scompagino un po' i ritmi. Sono la più giovane, non ho neanche visto l'ospedale. I miei sintomi sono molto simili a quelli delle malattie autoimmuni e alle neuropatie periferiche».
«L'APPELLO»
Come va ora? «Un po' meglio. Ho finalmente potuto fare il vaccino e la riabilitazione aiuta. Ma per noi è difficile. Siamo i testimoni viventi di una sindrome nuova riconosciuta solo ora, siamo importanti per la scienza e per far capire a chi ancora pensa che il Covid sia solo un'influenza che non è affatto così. Per questo dico a tutti vaccinatevi. E fatelo ora. Prima che il mostro si annidi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino