Post diffamatori della turista recidiva: processo da rifare

Post diffamatori della turista recidiva: processo da rifare
LIVINALLONGO - Nel fascicolo c'era soltanto la querela depositata dalla parte offesa. Nessun accertamento sui fatti in contestazione. Nessun approfondimento o elemento a...

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LIVINALLONGO - Nel fascicolo c'era soltanto la querela depositata dalla parte offesa. Nessun accertamento sui fatti in contestazione. Nessun approfondimento o elemento a sostegno della tesi accusatoria. L'avvocato Gianfredo Giatti, difensore di Laura Internicola, la 44enne bresciana imputata di diffamazione nei confronti del sindaco di Livinallongo Leandro Grones, aveva il coltello dalla parte del manico. Durante la discussione ha elencato tutte le lacune investigative e chiesto l'assoluzione o per non aver commesso il fatto o per insufficienza di prove. La sentenza sembrava già scritta. Invece il giudice Angela Feletto, pur riconoscendo le argomentazioni della difesa e sottolineando i difetti nelle indagini, ha disposto che vengano sentiti tre testimoni (ossia le tre persone che avevano segnalato i post diffamatori) e ricelebrato l'abbreviato.


IL PROCESSO

Laura Internicola, ieri mattina, era presente in aula, in Tribunale a Belluno. Secondo il pm titolare del fascicolo, ossia Roberta Gallego, sarebbe lei l'autrice dei post diffamatori contro il sindaco Grones definito su facebook celebroleso, falso e ipocrita. Mancano però le prove. Anzi, gli indizi. Nel fascicolo non c'è nulla, eccetto la querela. È per questo motivo che il pubblico ministero presente in aula non ha potuto far altro che basare la sua requisitoria e la richiesta di condanna a 6 mesi di reclusione, oltre a 800 euro di multa, sul fatto che era stato oltrepassato il diritto di critica. La difesa ha parlato a lungo. Spiegando a più riprese come non ci fosse nessun elemento in grado di collegare la frase diffamatoria all'imputata. Intanto mancano una data e un orario preciso. Nel fascicolo sono stati allegati degli screenshot in cui, secondo l'avvocato, compaiono orari diversi e non si capirebbe da quale piattaforma social siano stati presi. Inoltre, si parla di una risposta a un altro messaggio nel mezzo di una discussione (e in questo caso dovrebbe essere contestata l'ingiuria) o di un post ex novo? Come già anticipato il giudice ha accolto parte della tesi difensiva e rinviato a settembre per riprendere il processo dall'inizio.


RECIDIVA

Non è la prima volta che Laura Internicola finisce in un procedimento per diffamazione. All'indomani della sua visita ai Serrai di Sottoguda, distrutti dalla tempesta Vaia, si era rivolta ai cittadini di Rocca Pietore in questo modo: «Siete indegni e indecenti. Pensate solo a prendere i soldi del parcheggio, del trenino estivo e a pulire per terra in paese, con il canyon chiuso e alberi lasciati sulle strade». E appena sotto: «Popolazione di lazzaroni e assistenzialisti. Ma piegate la schiena a lavorare, che vivete di questo e redente il paradiso in cui state un inferno. E c'è gente che gli vuol pure dare soldi. Per cosa, quando la mentalità è marcia». Affermazioni che le erano costate una denuncia per diffamazione. Nel frattempo è stata rinviata a giudizio ed è cominciato il processo. «Era uscito questo post ha raccontato il sindaco Andrea De Bernardin in aula dove ci attaccava in modo importante dandoci degli incapaci, assistenzialisti, non in grado di gestire nulla. Invece stavamo gestendo la più grande emergenza di sempre».


LE MINACCE

C'è un terzo episodio in cui la protagonista è sempre Laura Internicola. A cambiare è la persona a cui si rivolge: «Cara pm di Belluno aveva scrittto su Facebook se non ti dai una regolata alla svelta, lo sai dove te lo ficco sto proiettile vero? A mali estremi, estremi rimedi». Altro post, altra denuncia, finita questa volta in Procura a Trento perché la vittima è una pm di Belluno. La stessa, per intenderci, che ha svolto le indagini per la diffamazione al sindaco Grones.

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Il Gazzettino