FELTRE - «Fate quello che volete, denunciatemi, tanto non mi faranno nulla perché sono pazza». E il tempo, 3 anni di processo, 7 psichiatri e 6 perizie, le...
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IL PROCESSO
I vicini, sei di loro si erano costituiti parte civile con gli avvocati Roberta Resenterra e Liuba D'Agostini di Feltre, avevano raccontato in aula quanto passato in questi anni. I fatti contestati all'imputata sono avvenuti in un condominio di Farra 2000 a metà dell'anno 2016 (nell'agosto di quell'anno scattò nei confronti della donna anche l'ammonimento del questore). Augurava la morte a tutti. Tra le vittime c'è anche chi è dovuta addirittura ricorrere a oppiacei per calmarsi o chi invece ha rinunciato a festeggiare i compleanni de bimbi o chi ancora ha venduto la casa sottoprezzo per andarsene il può lontano possibile.
LE CONCLUSIONI
Ieri mattina, in Tribunale a Belluno, l'audizione dell'ultimo psichiatra che ha fatto una valutazione sulla 44enne, Alberto Kirn di Treviso, nominato dal giudice. È stato torchiato dal pm, Gianluca Tricoli, per una presunta discrepanza tra quanto concluso nella sua perizia scritta in cui ha parlato di «capacità scemata o assente» e quanto detto in aula solo «capacità assente». Era il settimo psichiatra che analizzava l'imputata. Il dottor Franceschini aveva concluso per una capacità scemata o assente, il dottor Pesavento per una piena capacità e proprio per questo c'era stato il rinvio a giudizio nell'udienza preliminare.
Kirn ha fatto sue le conclusioni di Franceschini. Il pm ha insistito sulla condanna: un anno e 3 mesi e ha chiesto una misura di sicurezza a protezione dei vicini. Le parti civili, con gli avvocati Resenterra e D'Agostini il risarcimento di 10mila euro per ciascuno dei vicini. L'avvocato Resenterra ha sottolineato come la perizia da tenere in considerazione era quella di Pesavento che aveva ricordato come la donna era riuscita a farsi un mutuo ed ad andare a farsi curare ad Abano, perché non considerava all'altezza agli ortopedici bellunesi. Insomma scelte che una persona che non ci sta con la mente difficilmente potrebbe fare. «La eventuale ipotesi di non imputabilità- ha detto l'avvocato Resenterra nella sua arringa - non può costituire comodo salvacondotto sfruttabile dal reo per sfuggire alla giurisdizione penale a danno delle vittime del reato che devono ricevere adeguata tutela sociale».
L'avvocato D'Agostini invece ha citato il processo Cogne, chiedendo di valutare le prove perché la scienza psichiatrica come ha dimostrato quel caso è la scienza più inesatta che esista. La difesa affidata all'avvocato Carmen Maraviglia ha invece insistito sulla richiesta di assoluzione, poi accolta dal giudice Angela Feletto considerando il vizio totale di mente dell'imputata. Le motivazioni tra 60 giorni. La speranza dei vicini è che arrivi anche una ordinanza con una misura a loro protezione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino