Limena, automobilista accoltella motociclista: «Mi sono solo difeso, ho avuto paura di lui»

PADOVA - Prima la lite in corso Boston, lungo la tangenziale in direzione Limena, nata da un mancato sorpasso. Poi la rabbia e il folle inseguimento, fino all'accoltellamento....

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PADOVA - Prima la lite in corso Boston, lungo la tangenziale in direzione Limena, nata da un mancato sorpasso. Poi la rabbia e il folle inseguimento, fino all'accoltellamento. Il motociclista 32enne, Alexandru Taruta, per 15 lunghi minuti ha rincorso fino sotto casa l'automobilista Francesco D'Anna, 28 anni.

Motociclista accoltellato da un automobilista

Tutto accade nel tardo pomeriggio di domenica, verso le 18. La violenza sfocia in via Bocche 1, a Limena: dopo pugni e spintoni spunta un coltello. Diversi fendenti colpiscono Taruta, pare alla milza, al gluteo, alla coscia e al volto. Il giovane moldavo è ricoverato all'ospedale di Padova in prognosi riservata dopo aver subito un intervento chirurgico, ma non è in pericolo di vita. L'aggressore nel frattempo è stato arrestato per tentato omicidio e porto abusivo di arma bianca su disposizione del pm Andrea Zito. Trasferito già l'altra sera in carcere dai carabinieri di Limena, attende l'interrogatorio di garanzia questa mattina alle 10.30 davanti al Gip Elena Lazzarin.

Ho preso paura, mi sono difeso. Non pensavo di finire in carcere

Lo ha detto ieri Francesco D'Anna, al suo avvocato Alberto Di Mauro.

 

La versione dell'automobilista


Secondo la versione della difesa, l'automobilista avrebbe notato il motociclista avvicinarsi in corso Boston, mentre gli faceva dei segni. «All'improvviso mi ha tirato due pugni sopra il cofano, continuando a fare segni - ha raccontato D'Anna -. Quindi ho proseguito dirigendomi verso casa». Il motociclista, in sella ad una Honda, lo insegue fino a casa in via Bocche a Limena. «Arrivato a casa - ha riportato D'Anna al suo legale - chiedo ad un vicino di aprirmi il cancello d'ingresso per posteggiare la mia Citroen. Il motociclista, a quel punto, mi sbarra la strada con la moto impedendomi di entrare. Così ho ingranato la retro e mi sono posizionato pochi metri più in là in un vicolo». Il moldavo scende dalla moto e inizia la colluttazione. «Mi è venuto incontro con il casco in testa - ha proseguito D'Anna, a colloquio con Di Mauro - battendo ancora i pugni sul cofano dell'auto e urlandomi ti ammazzo. Ha poi aperto la portiera della mia auto, tirandomi fuori dall'abitacolo e prendendomi a pugni. Io ho cercato di ripararmi».

La tesi della legittima difesa


Francesco D'Anna estrae un coltello a serramanico con lama lunga sei centimetri dallo zainetto che ha con sé in auto e colpisce Alexandru Taruta. Pare che il giovane, che fa il pasticcere, avesse il coltello per aprire facilmente i pacchi sul posto di lavoro. Secondo l'avvocato Di Mauro: «È stata legittima difesa. Lui insieme al vicino è andato alla stazione dei carabinieri di Limena, ma era chiusa. Poi è tornato a casa dove ha trovato le pattuglie dei militari si è consegnato e ha consegnato l'arma»


I testimoni


Secondo la Procura, la lesione alla milza poteva essere fatale. Il giovane ha perso molto sangue ma, immediatamente, sul posto è giunto il personale del Suem 118 e i carabinieri. Ci sarebbero almeno tre testimoni della violenta aggressione, il vicino di casa di D'Anna e due passanti. Uno di questi, infatti, ha chiamato i soccorsi. L'arma è stata posta sotto sequestro. Entrambi i giovani sono incensurati.

D'Anna vive a Limena da circa un anno, prima abitava ad Albignasego. Ieri pomeriggio nel punto esatto dove è avvenuta la lite con il motociclista erano ben visibili le macchie di sangue: siamo in via Bocche sull'argine alle spalle della caserma dei carabinieri proprio davanti alla stradina che porta al parco di Punta Speron lungo il Brenta. In tutto tre abitazioni che si affacciano su quel punto esatto, ma pare che nessuno domenica pomeriggio abbia sentito qualcosa. «Noi eravamo chiusi in casa e non abbiamo sentito nulla» rispondono al citofono da una della abitazioni. A dare l'allarme, infatti, sono stati alcuni dei passanti, ciclisti e persone a passeggio, in ingresso e uscita dall'area naturalistica del Brenta. Quel tratto di via Bocche è soprattutto una strada usata da chi risiede in quella zona, e quindi non di grande passaggio di auto, è invece punto di passaggio per chi va a camminare, o corre in bici lungo il fiume.

(ha collaborato Barbara Turetta)

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Il Gazzettino