​Profugo dà un morso alla pagnotta ma è Ramadan: accesa lite in hotel

Profugo dà un morso alla pagnotta ma è Ramadan: accesa lite in hotel
VILLA SANTINA (Udine) - Una vera e propria lite per un pezzo di pane quella che si è scatenata nella serata di domenica in una struttura ricettiva di Villa Santina, in...

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VILLA SANTINA (Udine) - Una vera e propria lite per un pezzo di pane quella che si è scatenata nella serata di domenica in una struttura ricettiva di Villa Santina, in Carnia, l’albergo “Pineta”, dove sono stati accolti alcuni richiedenti asilo. Ad alzare parecchio la voce 4 profughi pakistani, tutti maschi, di età compresa tra i 30 e i 50 anni. Motivo dell’accesa discussione il non aver rispettato i dettami della festività religiosa del Ramadan. I richiedenti asilo alloggiati al “Pineta” sono tutti di fede mussulmana e in questo periodo la loro confessione impone un digiuno pressoché assoluto di giorno; la sera, invece, si può mangiare. Uno dei quattro, però, preso dai morsi della fame, non ce l’ha fatta ad attendere e a non mettere niente nello stomaco: credendo di non essere visto, ha preso un pezzo di pane e l’ha mangiato.

 
È stato quel morso “traditore”, scoperto dai connazionali, a scatenare la furibonda lite. Per loro, ligi e rispettosi dei dettami religiosi islamici, addentare la pagnotta è stato un affronto intollerabile. Allarmati dal dissidio, i responsabili della struttura alberghiera hanno chiamato le forze dell’ordine, temendo che, dalla parole, i pakistani passassero ai fatti, magari alzando le mani per farsi male fisicamente. Ma la vicenda, che ha fatto parlare tutto il paese, fortunatamente si è risolta senza drammi: dopo essersene dette di tutti i colori nella loro lingua, i pakistani sono tornati nelle loro stanze, per la passare la notte. A quel punto era buio e tardi e quindi, chi si sentiva con lo stomaco vuoto, ha potuto sfamarsi liberamente. 

A Udine invece i profughi mangiano le ciliegie

Nessun problema di Ramadan, invece, ieri, a Udine, dove, in periferia, il proprietario di un campo agricolo ha avvistato due profughi che stavano cercando di rubargli della frutta dagli alberi di ciliegie. L'uomo ha dato l'allarme e i richiedenti asilo sono fuggiti a gambe levate, pare diretti alla caserma Cavarzerani. Non sono stati identificati. E non è stata trovata neanche la "refurtiva".  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino