Olio bollente e padellate contro il rivale: condannato a otto anni

Olio bollente e padellate contro il rivale: condannato a otto anni
TREVISO -  Aveva rovesciato dell’olio bollente sul connazionale, per una partita di droga di scarsa qualità. E non contento lo aveva colpito alla testa con la...

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TREVISO -  Aveva rovesciato dell’olio bollente sul connazionale, per una partita di droga di scarsa qualità. E non contento lo aveva colpito alla testa con la padella rovente con cui stava cucinando le patatine fritte. Una brutale aggressione (avvenuta a luglio del 2021 in via Borgo Furo) che a Saliou Diouf, 25enne senegalese, è costata una condanna a 8 anni e 2 mesi di carcere per i reati di tentato omicidio pluriaggravato di un connazionale di 26 anni e di resistenza a pubblico ufficiale. Questa la sentenza emessa ieri mattina dal giudice Gianluigi Zulian al termine del processo in rito abbreviato. Per quel fatto, successo a luglio dell’anno scorso, il pm Barbara Sabattini aveva chiesto 13 anni. Mentre il difensore dell’imputato, l’avvocato Mario Nordio, aveva chiesto che la pesante accusa di tentato omicidio pluriaggravato venisse derubricata in lesioni. Richiesta negata dal giudice, che però ha inflitto una pena minore, condannando l’imputato anche al pagamento di una provvisionale di 20mila euro, in attesa del risarcimento vero e proprio che verrà definito in sede civile. La vittima aveva riportato ustioni di secondo grado in buona parte del corpo e aveva rischiato anche di perdere la vista. «Impugneremo la sentenza in appello, fiduciosi di ridurre la pena» - commenta Nordio. Il giovane africano era finito in manette per aver aggredito un connazionale di 25 anni, versandogli addosso l’olio bollente con cui stava friggendo le patatine in un appartamento di via Borgo Furo. Non pago, aveva poi infierito sul rivale sferrandogli una serie di colpi sulla testa con la padella rovente. L’aggressione era andata in scena attorno alle 22.45, in una casa di proprietà di un’italiana di 46 anni, in cui quella sera, oltre a Diouf, c’erano altre due persone.

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Il Gazzettino