Lite coi negozi durata 10 anni, il Comune di Adria si arrende

A causa del terremoto del 2012 si sono verificati danni in un palazzo che il Comune ha sistemato: ma all'interno c'erano anche negozi

Palazzo Cordella
ADRIA (ROVIGO) - Palazzo Tassoni alza bandiera bianca e non proporrà appello contro i suoi coinquilini. Lo ha deciso la giunta Barbujani. Si chiude così, con una...

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ADRIA (ROVIGO) - Palazzo Tassoni alza bandiera bianca e non proporrà appello contro i suoi coinquilini. Lo ha deciso la giunta Barbujani. Si chiude così, con una sconfitta parziale dell'Amministrazione comunale, una vicenda durata oltre un decennio. Il caso è noto e riguarda una sentenza, già esecutiva, datata 23 maggio 2023.

LA VICENDA

La vicenda prese avvio nel 2012 quando, a causa del terremoto che colpì l'Emilia Romagna, a palazzo Tassoni e a palazzo Cordella, emersero dei problemi. Danni furono riscontrati anche al teatro comunale ed in diverse proprietà private. Visti i problemi emersi, l'amministrazione (allora Barbujani II) decise di intervenire, restaurando la copertura dei due edifici e riparando anche guasti strutturali a palazzo Cordella. Si sbagliarono però tempi e modi e tempi di intervento e ci si accorse, se non a cose fatte, che sotto il tetto, c'erano negozi e proprietà private. La cosa non andò giù ad alcuni proprietari, che valutarono anche la possibilità di adire le vie legali contro il Comune. A fare il paio, la decisione di palazzo Tassoni di conferire l'incarico professionale a uno studio di consulenze condominiali per la redazione di una tabella millesimale del fabbricato. Nella determina del dirigente Eva Caporrella si leggeva che "alcune delle proprietà private al piano terra adibite a negozi dovrebbero contribuire per la loro rispettiva quota millesimale ai costi delle ristrutturazioni delle parti comuni". Per questo, a cose fatte però, fu convocata il 14 maggio 2013 una riunione alla presenza di alcune delle proprietà a suo tempo accertate. La dirigente indisse poi un secondo incontro con tutti i proprietari dei negozi al piano terra per valutare "la costituzione di un condominio, in modo tale da poter determinare e regolarizzare i rapporti con tutte le proprietà, compresa le eventuale partecipazione ai costi per la manutenzione e ristrutturazione delle parti comuni e dei tetti".

COMPARTECIPAZIONE ALLE SPESE

I lavori si conclusero nel 2015 e a consuntivo il Comune di Adria chiese ai proprietari dei negozi collocati sotto la sede municipale, lungo corso Vittorio Emanuele II, ed appena dentro galleria Giacomelli, la compartecipazione alle spese condominiali. Essendo tutti sotto lo stesso tetto, l'obiettivo era quello di ottenere il rimborso della quota parte dei lavori di restauro della copertura della sede municipale e della riparazione dei danni di palazzo Cordella. I due edifici, infatti, fanno parte di un unico blocco, composto da un corpo di fabbrica e da 94 locali, a prevalente destinazione terziaria, che si sviluppano su tre piani fuori terra e coinvolgono 14 diverse proprietà. Il Comune è proprietario dei locali siti ai piani primo e secondo, destinati ai propri uffici, e di alcuni locali di accesso, siti al piano terra. Il restante piano terra è composto da plurime unità immobiliari, destinate prevalentemente ad uso commerciale. Alcuni pagarono mentre altri contestarono l'operazione. Così si intraprese un'azione legale che è arrivata a sentenza di primo grado nel maggio scorso. Il giudice ha rigettato la domanda del Comune di Adria e l'ha condannato al pagamento delle spese legali nella misura di 7.616 euro, oltre a spese generali, per complessivi 9.110. 

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Il Gazzettino