Cospargevano di sostanza disseccante il vigneto del vicino: dopo la lite arriva la condanna

Lite tra i filari a Colfosco nei guai le vicine di casa dei fratelli
SUSEGANA - Si è conclusa ieri, 14 luglio, con un verdetto di condanna di Alberto Fraccalvieri, giudice del Tribunale di Treviso, la vicenda del vigneto di Colfosco, a...

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SUSEGANA - Si è conclusa ieri, 14 luglio, con un verdetto di condanna di Alberto Fraccalvieri, giudice del Tribunale di Treviso, la vicenda del vigneto di Colfosco, a Susegana, culminata in una lite notturna tra i filari di proprietà dei fratelli Lino e Daniele Bronca, e le confinanti Olga Gava e Renata Tesser, con numerosi danni al vigneto, e tutte le persone coinvolte finite in ospedale. I danneggiamenti erano avvenuti di notte in più episodi tra il 2015 e il 2016, e solo la notte del primo luglio 2016 era stato dato un volto agli autori materiali. Infatti, quella notte i fratelli Bronca, che da qualche tempo si appostavano all’interno del vigneto con l’amico Renato Perencin, hanno sorpreso le due vicine, intente a irrorare le foglie delle viti con sostanze disseccanti. Ne era nato un parapiglia a seguito del quale i fratelli Bronca hanno richiesto l’intervento dei carabinieri e presentato una denuncia nei confronti delle due donne.

Queste ultime, madre e figlia, si sono difese passando al contrattacco, denunciando a loro volta i fratelli Bronca per averle sequestrate e trascinate nel vigneto in questione. A loro dire, gli stessi proprietari avrebbero provveduto a mettere le sostanze disseccanti sulle viti al fine di incastrarle. L’istruttoria dibattimentale ha consentito di accertare, anche attraverso la deposizione dei parenti delle donne, che le stesse avevano addirittura richiesto la collaborazione dei familiari per i loro piani. Il giudice le ha condannate a 10 mesi di reclusione e alla rifusione dei danni, subordinando la concessione della sospensione condizionale della pena, al pagamento di una provvisionale. Gli avvocati Luigi Maschio e Stefano Arrigo, difensori dei fratelli Bronca, esprimono soddisfazione: «Nel corso del dibattimento si è fatta chiarezza su due contrapposte ricostruzioni dei fatti ed è emersa la piena responsabilità di queste donne, nonostante i loro tentativi di depistaggio, nei confronti delle quali è stata disposta dal giudice penale la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica al fine di accertare la sussistenza in capo alle medesime del reato di calunnia». «Il danno per un intero vigneto di Docg - riferisce Maschio - potrebbe aggirarsi intorno ai 200/300mila euro». Il giudice penale ha così rimesso al giudice civile la quantificazione dell’intero danno per cui, per conoscerne l’esatto ammontare, si dovrà attendere l’esito di un ulteriore giudizio.

 

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Il Gazzettino