Serracchiani e Rojc, il seggio sicuro a due donne: in bilico il terzo posto

Serracchiani e Rojc, il seggio sicuro a due donne: in bilico il terzo posto
PORDENONE - Il Pd taglia il traguardo per primo e il giorno di Ferragosto (anzi, la notte) chiude i conti. Nomi e posti in Friuli Venezia Giulia dove radio elezioni spiega che i...

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PORDENONE - Il Pd taglia il traguardo per primo e il giorno di Ferragosto (anzi, la notte) chiude i conti. Nomi e posti in Friuli Venezia Giulia dove radio elezioni spiega che i collegi sicuri sono due: i capolista a Camera e Senato. E sono due donne a portarseli a casa: Debora Serracchiani e Tatjana Rojc. Entrambe sono uscenti, la prima è capogruppo a Motecitorio, la seconda arriva da Palazzo Madama. Per Debora Serracchiani il Friuli Venezia Giulia sarà il collegio buono, quello che la porterà a Roma. A lei, però, è stato assegnato anche un altro collegio a rischio, in Piemonte. Potrebbe farcela con i resti, ma sarà dura. L'hanno spedita in avanscoperta perché il Pd crede che la Serracchiani, avendo avuto un ruolo importante ed essendo andata più volte in tv, possa attrarre i voti necessari per far salire i resti e far scattare il seggio per i dem. In quel caso, però, lascerebbe il collegio piemontese a uno di casa che è stato piazzato secondo in lista. Discorso diverso, invece, per Tatjana Rojc. La senatrice uscente, infatti, rappresenta la minoranza slovena. Si era già mossa cercando di far confluire le preferenze di tutti i paesi del Carso triestino e goriziano sul suo nome, cosa che è riuscita. A quel punto sarebbe stato complicato per il Pd lasciarla a casa perché il partito avrebbe perso alcune migliaia di voti per protesta. E così è stata imbarcata sulla scialuppa che arriverà direttamente a Roma.

LE CREPE

Il direttivo nazionale, però, ha aperto diverse crepe in Friuli Venezia Giulia. Se è vero, infatti, che i due posti certi sono stati occupati da due donne, è altrettanto vero che una chance, seppur ridotta e altamente a rischio, c'è pure per il secondo posto alla Camera, dietro la Serracchiani. In fila erano in quattro: i consiglieri regionali Franco Iacop, anima centrista, il vicepresidente del consiglio, Francesco Russo, Cristiano Shaurli, segretario regionale e capogruppo in rappresentanza dell'area Sinistra e Paolo Coppola, vice presidente del partito. La scelta è caduta su Shaurli, la stessa persona che era stata bacchettata un mese fa dalla Serracchiani che gli aveva precluso ogni possibilità di candidatura. Così non è andata. Nei collegi uninominali della Camera, il Pd ha puntato su tre giovani donne, mandate all'assalto, baionetta in canna, della corazzata di centrodestra che, secondo i sondaggi attuali, dovrebbe fare il pieno. Un compito arduo per le tre ragazze (Manuela Celotti, Gloria Favret e Caterina Conti) che in ogni caso potrebbero farsi le ossa per il futuro.

IL CENTRODESTRA

Nel centrodestra, invece, ancora tutto aperto, con possibili cambiamenti dell'ultima ora in casa della Lega dove ci sono forti spifferi. Certa la candidatura della sottosegretaria Vannia Gava, salviniana doc, così come sembra sicura quella dell'assessore regionale, Graziano Pizzimenti. Per gli altri due posti possibili sono in quattro: gli uscenti Massimiliano Panizzut, Mario Pittoni, Aurelia Bobisutti e l'europarlamentare Marco Dreosto che però, per propria scelta, potrebbe restare a Strasburgo. In Fratelli d'Italia il poker di nomi è già servito: gli uscenti Luca Ciriani e Walter Rizzetto, la segretaria di Gorizia, Francesca Tubettini e toccherà al direttivo nazionale scegliere tra l'assessore regionale Fabio Scoccimarro e il capogruppo, sempre in Regione, Claudio Giacomelli. Infine Forza Italia che se non alzerà le percentuali per la prima volta rischia di non eleggere neppure un parlamentare. L'unica possibilità, seppur remota allo stato, è il capolista alla Camera. Il nome è quello della segretaria regionale e deputata uscente Sandra Savino.

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Il Gazzettino