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Ospedali aperti anche di sera e nel weekend, acquisto delle prestazioni in libera professione e nel privato accreditato, pulizia sistematica delle agende per riempire tutti i buchi. Sono alcune delle misure previste dal Piano regionale di governo della liste d’attesa, già adottato dalla Giunta e in attesa di parere dalla commissione Sanità, dopodiché la delibera sarà pubblicata sul Bur. A quel punto le aziende sanitarie e ospedaliere del Veneto avranno 60 giorni per declinare i rispettivi programmi, scegliendo le modalità più adeguate alle proprie realtà territoriali.
Veneto, esami e visite specialistiche nel pubblico e nel privato
In base alla legge statale, almeno il 90% delle prestazioni specialistiche ambulatoriali dovrà essere erogato entro i tempi massimi previsti da ogni classe di priorità. Un problema che di fatto non si pone per la categoria “U” (urgente: entro 24 ore), mentre rimane per la “B” (breve: entro 10 giorni), “D” (differibile: entro 30 giorni) e “P” (programmata: entro 60/90 giorni). Il rimanente 10% dovrà essere garantito entro i successivi 10 giorni per la “B” e 30 giorni per la “D” e la “P”. Resta lo strumento del “galleggiamento”, che però adesso si chiamerà “pre-appuntamento”: l’assistito che non riceverà subito una data rispettosa dei tempi indicati, verrà inserito in un elenco, con l’impegno del Cup a ricontattarlo «nel più breve tempo possibile» per completare la prenotazione rimasta in sospeso.
Ospedali aperti anche di notte per gli appuntamenti
Il nodo è proprio questo: come si troveranno i posti? Decideranno le singole aziende, in un ventaglio di possibilità che spazia dall’apertura delle strutture «anche nelle ore serali e durante il fine settimana» (la Lombardia ha appena annunciato l’operatività fino alle 20 e al sabato mattina), all’utilizzo delle apparecchiature di diagnostica per immagini (come ad esempio la Tac) «almeno per l’80% della loro potenzialità».
Impegnativa del medico, il principio di appropriatezza
Le cosiddette prestazioni “traccianti”, impiegate per il monitoraggio delle attese, saranno 83 e comprenderanno «esclusivamente le prime visite e le prime prestazioni diagnostiche». Sarà chiesto ai medici prescrittori di prestare attenzione all’appropriatezza delle impegnative, con «utilizzo obbligatorio delle classi di priorità» e «presenza obbligatoria del quesito diagnostico appropriato». I sistemi del Cup saranno dotati di meccanismi di sbarramento per evitare «prenotazioni contemporanee per una stessa prestazione da parte del medesimo utente». Dal 1° maggio la validità della ricetta sarà di 180 giorni. «Qualora l’utente si presenti oltre i termini previsti da ciascuna classe di priorità, l’obbligo del rispetto della tempistica di erogazione decade», stabilisce il Piano, precisando che la prestazione dovrà essere pagata da chi «non si presenta all’appuntamento o non disdice entro il termine di 4 giorni lavorativi». Nel nome della trasparenza, ogni azienda dovrà prevedere sul proprio sito istituzionale una sezione dedicata alle liste e alla gestione dei tempi di attesa. Tutte le procedure saranno governate da una squadra multidisciplinare guidata dal “Rua”, cioè dal responsabile unico aziendale dei tempi di attesa.
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Il Gazzettino