Lega, liste civiche per la Regione: il sindaco Bitonci stoppa Tosi

Lega, liste civiche per la Regione: il sindaco Bitonci stoppa Tosi
VENEZIA - «Da sindaco di Padova, la città più importante del Veneto, dico che appoggerò Luca Zaia candidato governatore della Lega, e mi auguro di tutto il centrodestra, alle...

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VENEZIA - «Da sindaco di Padova, la città più importante del Veneto, dico che appoggerò Luca Zaia candidato governatore della Lega, e mi auguro di tutto il centrodestra, alle Regionali 2015. Senza fare una lista Bitonci o promuovere civiche con altri nomi. E lo farò alle condizioni che porrà Zaia. Il governatore si appoggia, non si condiziona. Aggiungo che la lista Bitonci alle comunali era composta da sostenitori della Lega e porta avanti la linea della Lega, non una linea democristiana».




Massimo Bitonci, a cui vari delegati al congresso federale di domenica a Padova hanno chiesto di fare il segretario veneto del partito, stoppa il progetto lanciato giovedì, in occasione del tesseramento della sua fondazione "Ricostruiamo il Paese", dal segretario veneto, Flavio Tosi, di organizzare una o più liste civiche a sostegno della ricandidatura di Luca Zaia. Un’idea nemmeno discussa col segretario federale, Matteo Salvini, che infatti l’ha seccamente liquidata, nè col diretto interessato, il governatore Zaia. "Dettagli" che la dicono lunga. Così come i toni, sempre più duri. Le reazioni di Salvini e Bitonci, poi, rivelano che l’idea tosiana della lista "d’appoggio" è percepita negativamente, quasi con ostilità, come il tentativo di circondare Zaia con uomini non scelti da lui (oltretutto Tosi avrà senz’altro voce in capitolo nella stesura delle liste ufficiali del Carroccio). Insomma, nella Lega l’aria è sempre più tesa. Adesso può succedere davvero di tutto, scismi compresi. Lo schema "liste civiche" è salutato invece con favore dai colonnelli tosiani, come Daniele Stival, assessore regionale: «Ancora non se n’è parlato. La Lega può correre da sola, ma dobbiamo attrezzarci per trovare il consenso oltre i partiti e le civiche sono lo strumento adatto. Nel centrodestra, se non altro a livello nazionale, c’è marasma, certezze poche. Poi - aggiunge Stival - che si chiami lista Tosi o lista Zaia, è opportuno che ospiti figure della società civile, con il minor numero di tesserati Lega che potranno confluire nella lista ufficiale». Ora, se il sindaco di Verona voleva lanciare il sasso nello stagno e vedere l'effetto che fa, ha raccolto senz’altro buone indicazioni. E' altrettanto chiaro che un chiarimento interno dovrà arrivare a breve. Anche perchè, fanno trapelare i suoi, Zaia ci penserà dieci volte prima di accettare di affrontare la campagna elettorale dovendo badare a difendersi dal suo segretario, esposto ad un fuoco di fila che può logorarlo ancor prima di entrare nel vivo della competizione.

«Una cosa è sicura - commenta Gian Paolo Gobbo, ex segretario e punto di riferimento - Qui c’è il rischio concreto di confusione totale. Quello che ha in testa, Tosi l’ha fatto capire da tempo». La storia del sindaco di Verona è lì a dimostrare che quando mette a fuoco un obiettivo difficilmente si ferma. Salvini o non Salvini, Zaia o non Zaia.



Ne sanno qualcosa Bossi e perfino Berlusconi. E il suo obiettivo, più o meno dichiarato, è la Regione Veneto. Dunque, la scadenza di marzo 2015 è ultimativa anche per le sue ambizioni. C’è chi scommette che Tosi, con una lista trasversale di centrodestra, dentro o fuori la Lega, alle Regionali ci sarà.


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Il Gazzettino