ADRIA - Linee ferroviarie nella bufera. Mentre continua il calvario degli utenti della linea ferroviaria Adria-Mestre, non va meglio sulla tratta Chioggia-Rovigo. Ieri,...
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VERSO ROVIGO
Non è la prima volta che questo accade. Anni fa episodi simili avevano provocato una interrogazione parlamentare dell'ex onorevole Diego Crivellari. Dal Ministero delle infrastrutture gli era stato risposto che si era trattato di un caso unico. Non era vero. Soprattutto durante la stagione fredda, il caso unico si ripete più volte. Quel malfunzionamento con il segnale rosso acceso, aveva generato paura e timore. Lo aveva segnalato anche Giorgio Zanellato, esponente Dem. Si eras parlato di guasto elettrico anche se in questi casi, i segnali ferroviari non possono mai indicare via libera. I treni non possono quindi partire dalle stazioni fino a quando non viene applicata la procedura di sicurezza che impone al macchinista di avvicinarsi a ciascun passaggio a livello con marcia a vista, verificare che la sede stradale sia libera e quindi, se ricorrono le condizioni di sicurezza, impegnarla e attraversarla completamente per poi riprendere la corsa regolarmente.
VERSO MESTRE
Non è andata meglio sulla linea Adria-Mestre con un ritardo di 20 minuti circa sui tempi di percorrenza. All'altezza di Cona inoltre è stato segnalato uno scambio rotto. «Il treno 91562 delle 5.10 da Adria - ha segnalato un passeggero - è fermo a Cona per lo scambio rotto. Abbiamo 34 minuti di ritardo, per ora...».
«LA REGIONE CHE FA?»
«Al peggio sembra non esserci mai fine. Ritardi, corse soppresse, carrozze sporche e sovraffollate. Entro fine mese il viaggio durerà un quarto d'ora in più a causa di un nuovo sistema di gestione. È una situazione inammissibile: lavoratori e studenti continuano a pagare per un servizio indecoroso. La Regione non può restare a guardare». È quanto sostengono i consiglieri del Pd Bruno Pigozzo e Graziano Azzalin che hanno presentato un'interrogazione a risposta immediata chiedendo un intervento della giunta Zaia. «Dal 29 dicembre al 6 gennaio - spiegano - la tratta è rimasta chiusa per i collaudi tecnici del nuovo impianto di gestione, voluto per garantire maggiore sicurezza ma che andrà peggiorare il servizio. Non solo tempi di percorrenza più lunghi. Il rischio è che le corse in orari non di punta vengano soppresse, come ammesso da Sistemi Territoriali. Già lunedì - precisano Azzalin e Pigozzo -, ci sono stati ritardi in tutte le fasce orarie, da 20 a 50 minuti, mentre fino a sabato sarà chiusa la tratta a Cona costringendo di nuovo pendolari e studenti a utilizzare autobus sostitutivi. Al danno si aggiunge la beffa dell'aumento del costo di biglietti e abbonamenti. Il rimborso per gli abbonati ipotizzato dal direttore di Sistemi Territoriali è doveroso ma non si può andare avanti così».
Guido Fraccon Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino