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LIMANA - Ha ammesso che era in quel posto all’ora dell’incidente ma ha spiegato: «Pensavo di aver colpito un palo e per questo non mi sono fermato: avrei verificato i danni a casa». Come era immaginabile l’indagato per l’investimento con fuga e omissione di soccorso della sera di Ferragosto a Limana ha fornito una spiegazione, già udita in altri casi di cronaca simile. Nella tragedia che avvenne a Cesiomaggiore l’investitore fuggito disse che pensava di aver investito un animale e che per quello non si era fermato. E ancora: nella tragedia avvenuta lo scorso novembre a Fonzaso, dove una donna venne ritrovata cadavere a bordo strada solo la mattina successiva, il giovane automobilista disse di non essersi accorto di nulla. E ora l’investitore delle due ragazze a Limana, che ha parlato di un palo: si tratta di un uomo di Belluno ora indagato a piede libero per omissione di soccorso e fuga dopo l’incidente.
L’INDAGINE
Il pirata che ha travolto le due giovani di Limana, una minorenne e una maggiorenne, è stato rintracciato in tempi record dai carabinieri che ieri in una nota hanno spiegato così l’indagine: «I militari del Comando Stazione di Trichiana, con il supporto dell’aliquota operativa della Compagnia di Feltre hanno individuato il presunto autore dell’investimento di due ragazze avvenuto nella tarda serata del 15 agosto scorso; lo stesso dopo aver urtato di striscio con lo specchietto le due malcapitate, non si è fermato per prestare soccorso. L’attività è stata svolta partendo dai frammenti raccolti sul posto dell’incidente ed in particolare alcuni codici che si è riusciti ad individuare sulle parti, con questi si è risaliti al modello di auto e forbice temporale di produzione non particolarmente recente».
LAVORO CERTOSINO
Una svolta, ma il lavoro da fare era ancora tanto. «Questo dato ha permesso di stilare un elenco di 281 veicoli compatibili per modello e periodo produzione - spiegano i militari - che incrociato con le immagini di lettori targa, telecamere pubbliche e private ha permesso di restringere la ricerca. Dall’esame approfondito di migliaia di immagini e da ore di filmati relativi ai giorni precedenti all’incidente e successivi nella provincia è emerso un veicolo comune di media cilindrata che circolava precedentemente all’evento con lo specchietto destro integro e successivamente mancante». Insomma l’auto era proprio quella: lo specchietto era stato perso nello scontro. È scattato quindi il sequestro del veicolo dell’uomo di Belluno: è stato sottoposto ad un primo esame visivo, che ha evidenziato la compatibilità del danno con il fatto accaduto ed i frammenti raccolti.
L’INDAGATO
L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Roberta Gallego. «Il proprietario ammettendo di trovarsi nella zona del fatto - si legge nella nota dei carabinieri - ha riferito di non aver compreso di aver colpito delle ragazze a causa dell’oscurità immaginando di aver toccato un palo e pertanto aveva ritenuto di non fermarsi e quindi verificare il danno giunto a casa».
Il Gazzettino