Belluno. Liceo Made in Italy, il Renier e il Da Vinci bocciano la proposta: «Troppe incognite»

Il liceo Renier di Belluno
BELLUNO - Belluno non fa eccezione. E neanche in città, come sta accadendo più o meno ovunque anche in altre regioni, dal nord al sud dell’Italia,...

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BELLUNO - Belluno non fa eccezione. E neanche in città, come sta accadendo più o meno ovunque anche in altre regioni, dal nord al sud dell’Italia, prenderà avvio il cosiddetto liceo del Made in Italy. Un’opportunità concessa ai licei che hanno già fra i propri indirizzi il Les, cioè il liceo economico Sociale. Due le scuole in provincia di Belluno a cui era dunque consentita la possibilità di optare per questo nuovo indirizzo, in quanto già sedi di un Les: il liceo statale Renier di Mier e l’istituto paritario Leonardo da Vinci, in via Flavio Ostilio, entrambe in città. Venerdì il collegio docenti del Renier di Mier ha bocciato la proposta e non si hanno notizie di scelte diverse assunte dalla direzione del Leonardo da Vinci.

LE PERPLESSITÀ

La proposta che non sta incontrando il favore delle scuole italiane, va ricordato, era la novità introdotta dal governo insediatosi ormai più di un anno fa e in particolare avanzata dal ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara. Le perplessità bellunesi sono quelle condivise anche da altre scuole del Veneto e d’Italia. A partire dal fatto che al momento il piano di studi è precisato solo per il primo Biennio. E forse anche per questo i genitori, di fatto, nei mesi scorsi non si sono informati su questa ipotesi. Per essere ancora più precisi: come è possibile – devono aver pensato - far intraprendere ad un ragazzo un percorso di studio di cui si conoscono i contenuti solo dei primi due anni? Quale il profilo e le competenze con cui gli studenti che decideranno di affrontare questo percorso di studi uscirebbero al termine della loro formazione liceale? Con quali strumenti affronterebbero l’università? Quali le facoltà privilegiate? Le altre perplessità condivise da docenti, genitori e studenti di terza media riguardano la mancanza di un organico, l’assenza di tempo per organizzare l’avvio delle classi prime dal prossimo settembre, la poca precisione che al momento accompagna il progetto e la mancanza di libri di testo adeguati.

LE ISCRIZIONI

Infine una considerazione per così dire logistica e di serietà: dopo mesi che ogni scuola è impegnata nell’informare i ragazzi e le ragazze che attualmente frequentano la terza media circa l’offerta formativa fra cui potranno scegliere il loro percorso alle scuole superiori, non pare coerente ribaltare improvvisamente le carte in tavola senza concedere tempo perché la scelta possa essere consapevole e maturata con il giusto approfondimento. Le iscrizioni alle classi prime del prossimo anno si apriranno infatti a breve, il 18 gennaio, e si potranno protrarre sino al 10 febbraio.

IL PERCORSO

Questi i limiti, quindi, che devono aver convinto il liceo Renier a non aderire all’ipotesi di avviare l’esperienza del liceo del Made in Italy. Nonostante il governo lo avesse presentato come «un liceo che formerà le professioni necessarie alle filiere strategiche, moda e abbigliamento, ma anche arredo, ceramica e settori innovativi come l’aerospazio». Ma guardando il curricolo previsto per il primo Biennio, il Made in Italy ricalca di fatto quello dell’economico-sociale con meno ore di lingua straniera e qualche ora in più di storia dell’arte. Un curricolo che, stando alle notizie raccolte fino a questo momento, non ha avuto nessun successo né in Alto Adige, né in Friui né, pare, in Veneto. Quest’anno il liceo Renier ha avviato due sezioni di classi prime dell’indirizzo Les, a testimonianza che il piano di studi è capace di conquistare la fiducia di un numero sicuro di studenti. E la speranza è che le iscrizioni al via la prossima settimana permettano di replicare i buoni numeri anche per il nuovo anno scolastico 2024-25.

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Il Gazzettino