Treviso, discriminazioni sul lavoro. «Licenziato perché sono omosessuale», si rivolge ad un avvocato

(foto Pexels)
TREVISO - Licenziato perché omosessuale. È questa l’accusa mossa da un lavoratore che ha perso il proprio posto in un’azienda privata della Marca che si...

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TREVISO - Licenziato perché omosessuale. È questa l’accusa mossa da un lavoratore che ha perso il proprio posto in un’azienda privata della Marca che si occupa della lavorazione di marmi. L’uomo si è già rivolto all’avvocato Filippo Angonese, studio Acm, per far valere le proprie ragioni in tribunale. «Anche nel trevigiano registriamo dei licenziamenti legati all’orientamento sessuale dei lavoratori. E questo nella sostanza rappresenta un problema che ha una radice culturale – spiega il legale – in questo caso il licenziamento è intervenuto in un’azienda privata di lavorazione marmi. Ed è stato determinato per sole ragioni di orientamento sessuale». «Adesso la vicenda è sub iudice – aggiunge – attendiamo il pronunciamento dei magistrati». La rivelazione, arrivata durante il convegno “Contro tutte le violenze” andato in scena ieri nell’ospedale di Treviso, si aggiunge alle violenze nel settore della sanità.


L’ESCALATION
Si tratta di un fenomeno che parte da lontano. «Durante la pandemia si sono verificati numerosi casi di violenza o tentata violenza nei confronti di operatori sanitari, soprattutto nei confronti di professioniste donne – fa il punto Andrea Favretto, legale fondatore dello StudioFlex avvocati del lavoro – la tensione era molta e la normativa non sempre chiarissima: questo ha creato le condizioni per un fiorire di violenze soprattutto da parte di utenti e di parenti degli utenti». Non mancano poi le discriminazioni nei luoghi di lavoro. Solamente quest’anno sono state 20 le segnalazioni (18 donne e 2 uomini) arrivate sulla scrivania di Tiziana Botteon, consigliera provinciale di parità della provincia di Treviso. Comprese quelle avanzate da due gay e da una transessuale. In questi casi anche e soprattutto dal mondo delle piccole e medie imprese. «Rappresentano il tessuto economico della nostra provincia, ma sono un po’ in difficoltà ad assumere nuovi modi di fare azienda all’insegna del benessere lavorativo – fa il punto Botteon – le segnalazioni spaziano da madri discriminate, con difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro e a vedersi confermare incarichi a tempo determinato dopo la maternità, fino a violenze e molestie».


LE MEDIAZIONI


Una persona con disabilità, inoltre, ha segnalato che è stato escluso da un concorso lanciato da una pubblica amministrazione per questioni relative alla patente speciale, che consente di guidare auto opportunamente modificate. La consigliera fa da mediatrice: ascolta le diverse posizioni e convoca le parti, quando possibile anche contemporaneamente, per risolvere il nodo. «Fino ad ora i casi sono stati risolti. Tranne due – è il bilancio – il ruolo della consigliera di parità è conciliativo, non punitivo. E purtroppo ancora sottostimato. Teoricamente, se necessario, potrebbe accompagnare la persona anche in giudizio. Purtroppo, però, nel 2015 sono state tagliate le risorse alle Province. E ad oggi non è possibile svolgere questa attività». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino