Luoghi dell'anima e della memoria, i racconti di Tullio Cardona vissuti nelle osterie veneziane

Tullio Cardona
VENEZIA - «Cerchiamo di dare una mano a questa Venezia che non è quasi più, ma che potrebbe essere ancora» è l'auspicio di Tullio Cardona,...

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VENEZIA - «Cerchiamo di dare una mano a questa Venezia che non è quasi più, ma che potrebbe essere ancora» è l'auspicio di Tullio Cardona, autore de L'osteria della memoria (ML Mazzanti libri Venezia 2022), il cui sottotitolo spiega "Dodici Racconti di una Venezia Perduta", presentato ieri nella Sala Capitolare della Scuola Grande San Teodoro, accolti dal Guardian Grande, Roberta di Mambro. Hanno dialogato con l'autore, giornalista, scrittore, regista di teatro, che collabora al Gazzettino da 37 anni, tre suoi compagni di scuola: Giovanni Caniato, Michela Gambillara e Corrado Pinosio, che hanno raccontato vari episodi del tempo, oltre all'editore Andrea Mazzanti, moderati da Pier Alvise Zorzi, storico e scrittore.



L'IDEA
Il libro che è stato in cantiere per una trentina d'anni, è dedicato al figlio Alessandro, e vuole raccontare la venezianità, così come l'ha vissuta l'autore, per farla conoscere ai giovani e sollecitare i meno giovani a ricordare; ha la prefazione di Roberto Panciera e la presentazione di Piero Zanotto, giornalista (scomparso da qualche anno). Le suggestive immagini sono della felice matita di Valentina Battistutta. Sono dodici racconti, quanti sono i mesi dell'anno, che formano un romanzo essendo i personaggi sempre gli stessi, che narrano lo spirito di una Venezia perduta, vissuto nelle osterie, dove i vecchi giocavano a carte, si trovava amicizia e compagnia. Racconti che si riferiscono ai primi anni '80; si cita: «Nella mia osteria non ci sono ubriachezza o meri percorsi enoici; ma solo dignità e civiltà: da civitas, città». E ancora, un libro in cui Cardona ci confida con il suo spirito bonariamente ironico: «Dopo aver letto Brodskij e saputo che considerava i saggisti alla stregua di prostitute, ho deciso di cambiare genere. Le osterie erano luoghi dell'anima, più che del vino. Banconi, tavolacci e sedie dove il professore discuteva con il muratore, il medico, con il ciabattino».

Luoghi democratici. Zorzi vede una venezianità estesa anche ai foresti, i quali desiderano vivere secondo un modus vivendi veneziano. Un libro guida, è stato definito, dallo stile scorrevole, accattivante in cui viene mescolato l'italiano e il veneziano e in cui Caniato si è immedesimato. Secondo Pinosio, «E' un libro divertente, che non vuole essere una diminutio, dato che induce alla riflessione profonda». Il libro utilizza la tecnologia Meta Liber che è il presente e il futuro delle opere a stampa, ha spiegato l'editore, uno strumento esclusivo di Mazzanti, che offre un coinvolgente rapporto con il lettore, soprattutto giovane, perché permette di ascoltare il libro. In questo caso letto da più voci oltre che da Lorella Turchetto Michieli con un sottofondo musicale.

 

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Il Gazzettino