Leucemia fulminante, Mirca Zuin uccisa in una settimana a 50 anni: lascia due figlie

Sotto choc oltre ai familiari anche i colleghi di Veritas, l'azienda per cui la donna lavorava

Mirca Zuin, funzionaria Veritas, fulminata da una leucemia che non le ha lasciato scampo
MARTELLAGO - Una leucemia fulminante, senza alcuna avvisaglia, se l’è portata via in una settimana, a soli cinquant’anni. L’intera comunità di...

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MARTELLAGO - Una leucemia fulminante, senza alcuna avvisaglia, se l’è portata via in una settimana, a soli cinquant’anni. L’intera comunità di Maerne, dov’era nata, aveva sempre vissuto ed era conosciutissima e ben voluta da tutti, come dai suoi colleghi di Veritas, sono sotto shock per il crudele destino toccato a Mirca Zuin, spirata sabato sera all’ospedale dell’Angelo dov’era ricoverata da pochi giorni. 


 

LA FEBBRE
La donna, che risiedeva con la sua famiglia in via Tagliamento, sabato 23 settembre ha iniziato a stare poco bene, aveva la febbre alta e la saturazione bassa. Sentito anche il medico di base, all’inizio si pensava al Covid o a una delle influenze di stagione ma di fronte alla sua progressiva perdita di forze, lunedì il marito l’ha condotta al pronto soccorso dell’Angelo dove, dopo gli accertamenti, i dottori hanno formulato una diagnosi del tutto inattesa e impietosa: leucemia mieloide acuta. La cinquantenne, dopo un breve passaggio in Medicina e in Ematologia, è stata ricoverata in Terapia Intensiva, intubata e in coma farmacologico, ma nonostante tutti i tentativi dei medici di salvarla, come hanno tenuto a sottolineare i suoi familiari, ringraziandoli, sabato 30 settembre si è arresa, gettando nel dolore e nella disperazione i suoi cari e nello sgomento i colleghi e tantissimi amici e conoscenti. 
 

IL RITRATTO
Dopo il diploma in Ragioneria, Mirca Zuin aveva lavorato a lungo per Ciba Vision, azienda leader nella produzione di lenti a contatto, e da alcuni anni era entrata in Veritas: era impiegata nella sede di Marghera della municipalizzata, dov’era molto apprezzata da dirigenti e colleghi. Lì aveva fatto carriera e di recente era diventata responsabile dell’ufficio per le Autorizzazioni allo scarico. Era una grande appassionata di viaggi, ma la sua passione più grande era la sua famiglia, il marito Massimo Nonnato e le figlie di 23 e 17 anni, che la ricordano commossi: «Una persona piena di energia che riusciva a trasmettere a chiunque le stesse attorno, sempre sorridente, scherzosa, accogliente e disponibile, si faceva voler bene da tutti». La sua è stata una vita non facile: a 19 anni le avevano diagnosticato la sclerosi multipla che riusciva a curare e tenere sotto controllo con una terapia ma che le aveva causato non pochi problemi, «che però non dava a vedere, in pochi sapevano di questa sua patologia, non voleva farlo pesare agli altri» raccontano i suoi congiunti: una malattia che non ha legami con la leucemia che l’ha stroncata.
 

IL RICORDO
“Senza la tua risata che inebria ogni stanza, la tua luce, il tuo calore, la nostra casa è vuota: si sono portati via la perla più rara dell’universo» ha aggiunto in un toccante post sui social Giada. 


Oltre al marito Massimo e alle figlie Giada e Sara, lascia anche la sorella Nicoletta e i fratelli Stefano e Paolo. I funerali si terranno mercoledì alle 15 in chiesa a Maerne e ci sarà il “mondo”. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino