Addio Emily, cuori bianchi per l'ultimo saluto alla 12enne stroncata dalla leucemia in 7 mesi

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FONTANAFREDDA - Parole poche. Commozione tanta. E soprattutto un grande silenzio, il rispetto per il dolore di una famiglia, di una mamma, di un papà, del fratello, degli zii e dei parenti nel giorno dell'addio a Emily Bressan, un angelo «chiamato a Dio per raggiungere quella vita dove non c'è più lutto». Parole di don Giacomo Santarossa, parroco di Vigonovo e di Ranzano nell'accogliere nella chiesa di San Paolo apostolo la bara bianca con le spoglie della dodicenne che una improvvisa malattia si è portata via in pochi mesi. Davanti alla chiesa i suoi compagni di classe della 2E della scuola media Svevo, ma anche altri amici di scuola, di catechismo. Bambini ovunque per accogliere e accompagnare Emily «perché rimarrai sempre nei nostri cuori».

IL CUORE BIANCO

Un cuore bianco in mano, ritagliato e creato con le proprie mani a simboleggiare la vicinanza a Emily, con il quale hanno accolto la piccola bara sui gradini della chiesa seguendola poi lungo la navata centrale per farle da ala per l'intera cerimonia, seduti sui banchi preparati ai lati dell'altare. mentre a sostenere e vegliare la piccola bara, davanti agli altari laterali della chiesa, altre ragazze in tuta nera e mascherina fucsia, le compagne e amiche della società Artistica Brugnera 2004, dove Emily stava crescendo con la speranza di emulare il suo idolo, la campionessa Vanessa Ferrari. All'interno, anche il sindaco Michele Pegolo a rappresentare e portare la vicinanza dell'intero Comune. Già molto prima dell'inizio della cerimonia i posti in chiesa erano occupati e molti hanno assistito alla cerimonia dll'esterno. Tanta gente aiutata anche dai paesani che hanno aperto i cancelli e accolto le auto di chi arrivava.

IL RICORDO

«Buona, mite, rispettosa, discreta, gioiosa, brava a scuola, benvoluta, sempre disponibile ad aiutare gli altri». Tante le lodi di don Giacomo per descrivere Emily che ha saputo essere forte sino alla fine nella sua lotta contro la leucemia. Era la scorsa estate quando la malattia le fu diagnosticata a seguito di alcuni esami effettuati perché da alcuni giorni non stava bene. Da lì è iniziato il suo calvario, la sua lotta. Non sono mancati i momenti difficili, perché le cure erano pesanti da sopportare ma sapeva comunque regalare un sorriso a chi la passava a trovare, un sorriso che irradiava dalla finestra di casa. Il contatto fisico no, quello non poteva esserci per la sua sicurezza. Una lotta impari, che stava però vincendo e che solo alcune complicazioni hanno reso vana. Don Giacomo ha confortato i genitori e gli astanti, un conforto religioso perché «solo quello può aiutare a superare questo mistero. Lo diceva anche Gesù che aveva rivelato proprio ai più piccoli il mistero della fede».


IL SALUTO DEI COMPAGNI

Poi il saluto dei suoi compagni di classe e di gioco, del cuginetto, il ricordo dell'ultimo giorno di scuola dell'anno passato con i giochi inventati dalle insegnanti, la caccia al tesoro o le gare di storia dell'arte e le vacanze assieme alla nonna ricordate dal cuginetto. «Ci mancherai, anche se sarai sempre in mezzo a noi. Sarai una stella che ci illumina». Non è mancata una preghiera per la pace. Una preghiera per la pace mentre da fuori arrivava il rombo degli aerei e dei caccia americani impegnati a sorvolare la località di Ranzano perché proprio sopra quella località passano più volte al giorno per rientrare in base.

 

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Il Gazzettino