Lettere al cianuro, studente 24enne goriziano sospettato di terrorismo

Lettere al cianuro, studente 24enne goriziano sospettato di terrorismo
Ventiquattro anni, studente di Veterinaria a Udine, genio dell’informatica e della chimica. Su Ivan Cernic, goriziano che appartiene alla comunità slovena, si stanno...

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Ventiquattro anni, studente di Veterinaria a Udine, genio dell’informatica e della chimica. Su Ivan Cernic, goriziano che appartiene alla comunità slovena, si stanno concentrando gli investigatori dell’antiterrorismo del Ros di Udine, della polizia slovena e ceca. È nel carcere di Salcano dal 6 dicembre scorso, quando è stato bloccato nell’ufficio postale di Grgar, a 10 minuti da Nova Gorica, mentre ritirava esibendo documenti falsi una lettera contenente ecstasy. Ma non è quella la lettera che rischia di condurlo a una pesante condanna. È, piuttosto, la lettera che conteneva dosi letali di cianuro spedita al ministro della Repubblica Ceca, Andrej Babis (Finanze) da Grgar. Una spedizione analoga, ma partita dalla Svezia, ha riguardato anche il ministro Milan Chovanec (Interno). Ieri Cernic è comparso davanti al giudice Mery Mikac del Tribunale di Capodistria. Il pm ha proposto una condanna di 5 anni per tutti e tre i capi di imputazione: terrorismo, traffico di droga e falsificazione di documenti. Ma Cernic, deciso a dimostrare che non è un terrorista, affronterà il processo.




Ieri ha negato di essere un terrorista. Non si sarebbe reso conto di quello che stava facendo quando navigava con uno pseudonimo sul "deep web", l’internet parallelo, una zona franca che rende gli utenti invisibili e permette di vendere e scambiare qualsiasi cosa: armi, droga, documenti falsi. Cernic sostiene di aver fatto affari con le sostanze chimiche, di aver spedito la lettera a Babic per conto di anonimi, come se il ministro fosse un privato. Per ogni spedizione veniva pagato con bit coins, una moneta virtuale, per un controvalore di 24 euro a spedizione. Era stata la polizia ceca ad allertare i colleghi sloveni, che all’ufficio postale avevano trovato riscontri, ma avevano soltanto un nome falso e l’immagine di un "signor nessuno" nei filmati della videosorveglianza.



Cernic è stato catturato quando è andato a ritirare la busta con l’ecstasy. A quel punto sono stati allertati i carabinieri di Gorizia e del Ros. La sua casa è stata perquisita, sono state trovate sostanze chimiche che sono all’esame dei Ris di Parma, lettere con cloruro di mercurio e numerosi hard disc utilizzati per la navigazione "oscura". Era consapevole Cernic di ciò che faceva? Chi ruota attorno a lui? Ha messo le sue conoscenze chimico/informatiche a disposizione di un gruppo terroristico o è una inconsapevole pedina? Sono gli interrogativi a cui gli investigatori italiani stanno cercando di dare risposta dopo aver bloccato, nel centro meccanografico di Linate, tre buste tossiche destinate ad aziende del settore agroalimentare e spedite dallo stesso Cernic. Non sarà semplice fare chiarezza. Il fascicolo di indagine si è già spezzato: a Trieste è rimasto il filone terroristico, a Gorizia è stato affidato quello relativo al commercio di stupefacenti. E quando i carabinieri sono andati in Slovenia per interrogarlo, il giovane si è avvalso della facoltà di non rispondere. Fino all’ultimo, infatti, vi è stata incertezza sull’autorità giudiziaria competente. Nel dubbio la difesa ha scelto il silenzio. Fino a ieri. Quando il giovane ha negato di essere un terrorista. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino