Ventiquattro anni, studente di Veterinaria a Udine, genio dell’informatica e della chimica. Su Ivan Cernic, goriziano che appartiene alla comunità slovena, si stanno...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Ieri ha negato di essere un terrorista. Non si sarebbe reso conto di quello che stava facendo quando navigava con uno pseudonimo sul "deep web", l’internet parallelo, una zona franca che rende gli utenti invisibili e permette di vendere e scambiare qualsiasi cosa: armi, droga, documenti falsi. Cernic sostiene di aver fatto affari con le sostanze chimiche, di aver spedito la lettera a Babic per conto di anonimi, come se il ministro fosse un privato. Per ogni spedizione veniva pagato con bit coins, una moneta virtuale, per un controvalore di 24 euro a spedizione. Era stata la polizia ceca ad allertare i colleghi sloveni, che all’ufficio postale avevano trovato riscontri, ma avevano soltanto un nome falso e l’immagine di un "signor nessuno" nei filmati della videosorveglianza.
Cernic è stato catturato quando è andato a ritirare la busta con l’ecstasy. A quel punto sono stati allertati i carabinieri di Gorizia e del Ros. La sua casa è stata perquisita, sono state trovate sostanze chimiche che sono all’esame dei Ris di Parma, lettere con cloruro di mercurio e numerosi hard disc utilizzati per la navigazione "oscura". Era consapevole Cernic di ciò che faceva? Chi ruota attorno a lui? Ha messo le sue conoscenze chimico/informatiche a disposizione di un gruppo terroristico o è una inconsapevole pedina? Sono gli interrogativi a cui gli investigatori italiani stanno cercando di dare risposta dopo aver bloccato, nel centro meccanografico di Linate, tre buste tossiche destinate ad aziende del settore agroalimentare e spedite dallo stesso Cernic. Non sarà semplice fare chiarezza. Il fascicolo di indagine si è già spezzato: a Trieste è rimasto il filone terroristico, a Gorizia è stato affidato quello relativo al commercio di stupefacenti. E quando i carabinieri sono andati in Slovenia per interrogarlo, il giovane si è avvalso della facoltà di non rispondere. Fino all’ultimo, infatti, vi è stata incertezza sull’autorità giudiziaria competente. Nel dubbio la difesa ha scelto il silenzio. Fino a ieri. Quando il giovane ha negato di essere un terrorista. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino