Sparse letame davanti al Tribunale condannato a una multa di 100 euro

Letame davanti al tribunale di Treviso
ROVIGO  - Il letame davanti all'ingresso del Tribunale gli è costato 100 euro. Questa la multa decisa ieri dal giudice Valeria Curci nei confronti di Nicola...

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ROVIGO  - Il letame davanti all'ingresso del Tribunale gli è costato 100 euro. Questa la multa decisa ieri dal giudice Valeria Curci nei confronti di Nicola Bertolin, 51enne di Polesella, che all'alba del 24 novembre 2021 aveva rovesciato all'ingresso del Palazzo di Giustizia di via Verdi una secchiata di sterco di vacca, con una scritta sul muro, per manifestare in modo plateale la propria rabbia per quelle che riteneva le molteplici ingiustizie subite dai propri superiori quando lavorava alle Poste prima e del sistema giudiziario poi. «La mia odissea è iniziata nel 2008 aveva raccontato - ero dipendente di Poste, per 17 anni sono stato portalettere, poi ho avuto dei disguidi con i responsabili risorse umane di Mestre, ho denunciato più volte queste persone, ma tutte le mie denunce sono state archiviate», aveva spiegato all'indomani del gesto autoaccusandosi e cercando un modo di esternare la propria tempesta interiore. Un momento difficile, perché oltre al gesto si era anche presentato dai carabinieri di Polesella per querelare giudici e pm con cui aveva avuto a che fare negli anni; al Centro recapito di Poste Italiane in Area Tosi aveva spaccato i vetri anteriori di quattro furgoni dell'azienda con una mazza da muratore, presentandosi poi in Questura per denunciarsi e venendo sottoposto a un Tso proprio sotto Natale.

Per il letame davanti al Tribunale si è poi trovato a giudizio per deturpamento e imbrattamento di cose altrui. Il pm aveva chiesto una condanna a 3 mesi, ma il giudice ha deciso per una multa di 100 euro oltre al pagamento delle spese di giudizio. «Il giudice Curci - commenta Bertolin - ha dimostrato sensibilità e ha ascoltato tutto il mio racconto. Sono contento abbia pronunciato questa sentenza perché vuol dire che ha compreso la mia storia e perché del mio gesto».

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Il Gazzettino