Lesione alla schiena dopo un incidente: al Ca' Foncello un intervento innovativo per ricostruire le vertebre

Un intervento chirurgico
TREVISO - Eseguito all'ospedale di Treviso un intervento chirurgico innovativo, frutto della collaborazione delle équipe di Neurochirurgia spinale e Neuroradiologia...

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TREVISO - Eseguito all'ospedale di Treviso un intervento chirurgico innovativo, frutto della collaborazione delle équipe di Neurochirurgia spinale e Neuroradiologia interventistica. Una 56enne, vittima di un grave incidente automobilistico, aveva riportato tra i vari traumi anche la frattura di due vertebre lombari. Una delle fratture vertebrali, particolarmente grave da essere definita «frattura da scoppio», avrebbe imposto un intervento chirurgico particolarmente complesso che prevede la rimozione della stessa vertebra fratturata passando dall'addome e la sua sostituzione con una protesi metallica o osso proveniente dalla banca dei tessuti di Treviso. Poi sarebbe stata necessaria anche la fissazione del segmento vertebrale con barre e viti. Tutto questo avrebbe comportato tempi chirurgici lunghi, un alto rischio di emorragia con la necessità di trasfusione di sangue, nonché dolori post-operatori importanti legati alle multiple ferite chirurgiche. Dalla discussione del caso tra i neurochirurghi vertebrali e i neuroradiologi interventisti è nata una nuova, inedita, soluzione per la paziente.

Un primo intervento mini-invasivo eseguito dall'equipe di neuroradiologia interventistica ha reso possibile la ricostruzione della vertebra frantumata con l'uso di due piccole protesi espandibili in titanio (di circa 2,5 cm), inserite sotto guida a raggi X in sala angiografica, attraverso i peduncoli vertebrali che in questo caso erano larghi solo di 4 millimetri. Questo, completato dall'iniezione di cemento osseo, ha permesso di dare la giusta stabilità alla vertebra fratturata, senza doverla asportare, risparmiandola. L'indomani, l'equipe della Neurochirurgia vertebrale ha eseguito l'intervento di stabilizzazione con barre e viti, fissando un segmento della colonna vertebrale molto più corto rispetto a quello che sarebbe stato necessario con un intervento «classico», permettendo così di preservare un maggior livello di mobilità naturale della colonna. L' intervento, che sarà oggetto di una pubblicazione scientifica, non risulta ancora descritto nella letteratura medica.

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Il Gazzettino