Catturano 50 lepri di frodo: strage di cuccioli

Lepri libere nei campi
VEDELAGO - Catturano senza autorizzazione 50 lepri e condannano decine di cuccioli a morte certa. Alcuni dei piccoli nati nelle scorse settimane sarebbero già morti dopo la...

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VEDELAGO - Catturano senza autorizzazione 50 lepri e condannano decine di cuccioli a morte certa. Alcuni dei piccoli nati nelle scorse settimane sarebbero già morti dopo la cattura delle madri avvenuta sabato scorso in un campo nella zona di Barcon. Molti altri sono destinati a morire nei prossimi giorni.


Le lepri, circa una cinquantina tra maschi e femmine, sono state catturate nell’Atc 6, uno dei 13 ambiti di caccia provinciali, in un’area confinante con il territorio dell’Atc 2, commissariato nel settembre scorso dopo la denuncia da parte di alcuni soci di un ammanco nel bilancio. Si tratterebbe di una cattura anomala, che non era stata autorizzata dall’Usl 2 ma alla quale erano presenti ugualmente le guardie venatorie, un gruppo di cacciatori, in questo caso in qualità di “battitori”, e un veterinario del servizio sanitario che non avrebbe ricevuto ordini di servizio, non era di turno e avrebbe comunque usato i timbri ufficiali. Non solo: alla cattura delle lepri, hanno partecipato anche alcuni soci che fanno parte dell’ambito territoriale 2 che, pur non avendo ricevuto alcuna autorizzazione da parte del commissario, Paolo Pagnani, hanno aiutato gli altri soci sia alla “presa” che al rilascio degli animali in altra area dei medesimi ambiti territoriali.
IL NODO
Quello che può sembrare un banale spostamento di selvaggina, in realtà nasconde molte insidie e l’autorizzazione a procedere era stata negata proprio per questo motivo. «Non è stata data perché mancano i requisiti fondamentali per la cattura» ribadisce il commissario, Paolo Pagnani. Nonostante questo, alcuni soci dell’Atc 2 hanno collaborato alla cattura delle povere bestiole. «Assieme ad altri iscritti abbiamo preso parte alla battuta pensando fosse stata autorizzata dal servizio veterinario e soprattutto per dare una mano ai colleghi -si giustifica uno dei soci- alla fine della giornata metà del catturato è stato rilasciato per il ripopolamento della specie, sia nel territorio dell’ambito territoriale 2 che comprende Montebelluna, Volpago, Trevignano, sia nell’ambito 6, che condivide gli stessi territori, dove si pensava che ci fosse stata l’autorizzazione».
L’ALLARME
Nel mese di dicembre, sempre nell’ambito territoriale 2, era stata concessa un’altra cattura sospesa poi in corso d’opera dopo la scoperta di alcune lepri già morte, trovate da un agricoltore nei suoi campi e portate all’istituto zooprofilattico di Treviso dove è stata scoperta la causa: una forma molto aggressiva di coccidiosi, parassita che attacca il fegato e che potrebbe essere stato ingerito dagli animali anche attraverso l’acqua delle pozzanghere. E insorgono gli animalisti assieme ai volontari dell’Enpa.
DESTINO SCRITTO

«Questa cattura va contro ogni principio di benessere animale perché quest’anno rispetto agli anni passati le lepri hanno partorito un mese prima del previsto -dichiara un volontario- anche a causa del cambiamento climatico che ha cambiato le stagioni». Le lepri sono state catturate tra l’altro nelle vicinanze del cantiere della Superstrada Pedemontana Veneta a Barcon, dove si trova anche la zona di rifugio per gli animali. «Durante la cattura, giustificata dal fatto che verranno ripopolate altre zone di caccia, ma in realtà sono sfortunate prede già pronte per i cacciatori, c’erano anche dei cuccioli di leprotti nati da pochi giorni e adesso senza le mamme, purtroppo, sono solo destinati a morire. Quei cuccioli non possono essere allevati in cattività -chiude l’animalista- per essere allattati hanno bisogno del latte materno cioè quello di lepre che è molto particolare e non riproducibile. Non potranno mai sopravvivere senza le loro mamme». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino