TRIESTE - “Felici quelle nature di fuoco che ardono fino a consumarsi”. Spezza così il silenzio dei primi minuti in scena la calda voce di Lella Costa,...
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Non mancano passaggi pungenti e osservazioni umoristiche sulla natura ingenua di Alfredo, che incarna inizialmente il giovane maschio innamorato non proprio “sveglio” e l’attrice si sofferma poi in particolar modo sulla figura del padre di Alfredo, Germont, il suo doppiogiochismo, la sua morale dei due pesi e due misure. In lui la narratrice individua l’archetipo di tutti gli uomini “con i cuori a forma di salvadanai” senza distinzione di classe sociale o professione, che alimentano il giro d’affari della prostituzione. Lella Costa racconta Traviata, la capisce, la incoraggia, la consiglia, la compiange, fa il tifo per lei contro quella figura nerissima che è Germont. La usa come esempio per un discorso molto duro sui rapporti fra uomini e prostituzione, la colloca in rapporto all'oggi, a noi, alla nostra sensibilità, la giudica. A tutti pone la stessa domanda: “Davvero vi sembra normale che qui oggi, si debba ancora comprare il corpo delle donne?” per poi ritornare Marilyn e al suo destino infausto. Nonostante la sua carriera di successo ed eccesso, sembra che sia per sempre rimasta più simile a una adolescente che a una gran diva: “Ogni donna è, o almeno per un istante è stata, precisamente questo: una bellissima bambina”. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino