SAN VITO - Acquista 45 quintali di legna, pagandola 660 euro, ma poco dopo, quando le temperature cominciano a farsi più rigide ed è necessario accendere la stufa...
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IL RIVENDITOREA quel punto la 46enne richiama il rivenditore. «Gli ho fatto presente che non c'era verso di farla bruciare racconta ed è qui che sono cominciati i problemi. Inizialmente il titolare ha ripetuto che era impossibile che non ardesse, dopodiché ha cominciato a rispondermi male, quando gli ho chiesto che mi venissero restituiti i soldi già versati. Gli ho chiesto la cortesia di venirsela a riprendere: sarebbe stata l'occasione per testare, effettivamente, la sua resa». Nulla da fare. «Non se parla proprio signora», si è sentita rispondere. Da lì in poi ad ogni tentativo di comunicazione il rivenditore è risultato irraggiungibile. Anzi, ha minacciato la donna, che intanto si era rivolta al Codacons per far valere i propri diritti, di denunciarla per stalking.
IL CODACONSA seguire la vicenda è l'avvocato Margherita Cusin, che tramite raccomandata, ha invitato il commerciante ad ammettere le proprie responsabilità e ad adempiere alle richieste della controparte. La risposta? «Ma ha disconosciuto ogni responsabilità» sintetizza il legale. Intentare una causa costa. «Questa situazione allarga le braccia la donna mi rode da morire. Non siamo una famiglia benestante e 660 euro non ci sono piovuti dal cielo. Quella legna non soltanto mi occupa spazio ma non la posso né utilizzare né tanto meno regalare a qualcuno. Se quel commerciante pensa di averla vinta si sbaglia di grosso: oggi andrò dai carabinieri per formalizzare una denuncia». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino