Bollette alle stelle, raddoppia il costo di legna e pellet: in arrivo un autunno nero

Bancali di legna introvabili
TREVISO - Corsa a legna e pellet per scongiurare il rischio di bollette pesantissime a fronte del prezzo del gas alle stelle. I trevigiani pensano già al prossimo autunno....

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TREVISO - Corsa a legna e pellet per scongiurare il rischio di bollette pesantissime a fronte del prezzo del gas alle stelle. I trevigiani pensano già al prossimo autunno. Ma i problemi sono evidenti fin da ora. La legna è diventata quasi introvabile. Con la crisi internazionale i prezzi sono raddoppiati: è passata da 150 fino a 270 euro al bancale e il pellet da 4 a 8 o 9 euro al sacco da 15 chili. Ad appesantirli c'è anche il caro-carburante. Il gasolio speciale ha sfondato il tetto dei 2,6 euro al litro nella stazione di servizio Sile Est lungo l'autostrada A27. Mentre nell'Ip della tangenziale di Treviso la benzina servita è a 2,314 e il gasolio servito a 2,311 euro. E in generale anche il self service è sulla linea dei 2 euro al litro. In tutto ciò a settembre molte famiglie rischiano di ritrovarsi con costi insostenibili. Nella peggiore delle ipotesi rimanendo pure al freddo. «La speculazione sta colpendo anche la legna e il pellet - spiega Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio di Treviso - un aumento ci potrebbe pure stare, ma sicuramente non con queste proporzioni».

LA SITUAZIONE
Si è scatenato una tempesta perfetta. «La domanda di legna è aumentata perché molti persone sono preoccupate rispetto a quello che potrà capitare il prossimo autunno con il gas - fa il punto Renato Salvadori, titolare della Salvadori Agricoltura Srl, già presidente di Ascom-Confcommercio Treviso - ma la materia prima scarseggia perché molti Paesi hanno contingentato i loro ambiti forestali, di pari passo sono aumentati i prezzi e anche gli spostamenti costano di più a causa dell'incremento del costo del carburante. Abbiamo ordini di legna fatti tra gennaio e febbraio che non siamo ancora riusciti a evadere e il pellet continua ad arrivare con il contagocce». Come se ne esce? Non sembrano esserci molti margini. «Forse solo un inverno mite potrebbe invertire la tendenza - dice Salvadori - in caso contrario la sostenibilità economica delle famiglie potrebbe essere messa a dura prova».

I NUMERI


L'incremento generale dei costi colpisce anche il settore dell'arredamento, reduce dal successo dell'ultimo Salone del mobile. Il gruppo Legno-arredamento di Assindustria Venetocentro evidenzia una lunga serie di aumenti: dal più 32% e più 31% di alluminio e acciaio al più 22% delle plastiche, fino all'aumento del 6% per il legname di conifera, che segue il più 84% dell'anno scorso. Tra gli operatori tutto lascia pensare che gli effetti del caro energia e materie prime, la guerra in Ucraina e le sanzioni alla Russia continueranno fino al 2023. Da qui la necessità di contromisure per rispondere agli aumenti e alle difficoltà di reperimento dei materiali. Nei giorni scorsi il gruppo Legno-arredamento, che è guidato da Barbara Minetto e che conta 251 aziende, ha fatto il quadro condividendo una sorta di vademecum anti-crisi. I dati presentati durante l'incontro a palazzo Giacomelli sono netti. Nell'ambito delle filiere costruzioni e legno-plastica da gennaio 2021 ad aprile 2022 i rialzi più eclatanti hanno riguardato gas naturale (+393,9%), energia elettrica (+305,2%), petrolio (+115,8%) e acciaio inox (108,5%). Il costo dei materiali resterà sopra la media anche l'anno prossimo. «Prima della crisi, gas ed energia incidevano sul conto economico delle imprese per il 12%, oggi per il 60-70% - sottolinea Paolo Fantoni, vicepresidente Federlegno Arredo - gli effetti delle sanzioni sono ancora parzialmente visibili, ma intanto il mercato ha già dimezzato la quota destinata all'export: dal 25% al 12%. Una strategia può essere dire no a nuovi clienti per premiare quelli fedeli. E no a canali paralleli. Stiamo attraversando una fase difficile, diversa dalle fasi di crisi e ripresa che si alternavano in passato, e c'è motivo di preoccupazione e incertezza conclude Minetto va però riconosciuto che le nostre imprese hanno sviluppato da sempre una capacità di essere flessibili, di sapersi riorganizzare e di saper puntare su aspetti fondamentali come la sostenibilità. Dobbiamo essere attenti all'evolversi della situazione e chiedere di promuovere le filiere industriali e la produzione nazionale di legno, considerato il contributo dell'industria del legno-arredo al Pil nazionale con un fatturato di quasi 50 miliardi di euro nel 2021, migliaia di posti di lavoro e oltre 18 miliardi di export».

    
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Il Gazzettino