Puppato e Zanoni contro la legge sulla minoranza nazionale: «Ridicola»

Laura Puppato e Andrea Zanoni
VENEZIA - «La legge regionale 28/2016 che trasforma i veneti in una minoranza nazionale è una legge al limite del ridicolo, se non fosse che la sua applicazione causa...

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VENEZIA - «La legge regionale 28/2016 che trasforma i veneti in una minoranza nazionale è una legge al limite del ridicolo, se non fosse che la sua applicazione causa un aumento dei costi nella pa che, improvvisamente, devono poter funzionare in due lingue diverse, fornendo anche patentini di veneticità o traducendo documenti in una lingua astratta che nessuno utilizza, il Governo ha già comunicato che impugnerà la legge di fronte alla Corte, visto che secondo la Convenzione internazionale per la tutela dei diritti delle minoranze, è necessario che sia lo Stato ad eseguire l'iter per il riconoscimento della singola minoranza e non la regione». Lo dicono la senatrice Laura Puppato e il consigliere regionale Andrea Zanoni del Pd.


«Vi sono già gli strumenti per tutelare i dialetti veneti e la cultura veneta, basterebbe implementarli con le giuste politiche culturali, che invece rimangono di anno in anno senza un soldo - sottolinea Zanoni - si dovrebbe implementare lo studio del Goldoni o del Beolco, portare nelle nostre scuole i grandi artisti che hanno reso celebri le nostre città, o ancora approfondire lo studio di territori unici come le Dolomiti, i Colli Euganei o il Delta del Po, territori che invece vengono minacciati con le leggi pro-Berlato» «Tutti noi parliamo dialetto in casa - aggiunge Puppato - ma da un piccolo sondaggio tra amici del trevigiano e del padovano, per esempio, ho avuto già cinque o sei nomi per parlare di topi e ratti, si va da sorze a moreja, fino a pantegana e ci sono altre varianti, sia di significante che di significato. Può sembrare una banalità, ma semplicemente un avviso di derattizzazione diventerebbe un problema linguistico non da poco, usiamo il termine usato a Venezia, a Padova o a Verona?».
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Il Gazzettino