«Fuorilegge liste come Razza Piave» Puppato guida la rivolta antixenofoba

«Fuorilegge liste come Razza Piave» Puppato guida la rivolta antixenofoba
TREVISO - Un disegno di legge per vietare, e dunque escludere dalle competizioni elettorali per tutti i livelli di governo, le liste che presentino denominazioni razziste e...

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TREVISO - Un disegno di legge per vietare, e dunque escludere dalle competizioni elettorali per tutti i livelli di governo, le liste che presentino denominazioni razziste e riferimenti alla "razza". Lo ha presentato la senatrice del Pd Laura Puppato, eletta in Veneto, ed è stato sottoscritto da 25 senatori: Valeria Fedeli, Felice Casson, Gianpiero Dalla Zuanna, Rosanna Filippin, Giorgio Santini, Donatella Albano, Laura Fasiolo, Stefania Pezzopane, Francesco Palermo, Pasquale Sollo, Silvio Lai, Maria Spilabotte, Francesco Scalia, Mara Valdinosi, Sergio Lo Giudice, Valeria Cardinali, Josefa Idem, Giuseppe Compagnone, Lucrezia Ricchiuti (tutti del Pd), Aldo Di Biagio (Ap),Vittorio Fravezzi, Hans Berger (Aut), Laura Bignami e Luis Alberto Orellana (Misto).




«In Veneto - spiega Laura Puppato - dove come sappiamo la Lega ha radice profonde, la presentazione di liste elettorali con riferimenti alla razza non è un fenomeno sporadico. Nel 2011, alle elezioni amministrative della provincia di Treviso, si presentò una lista chiamata "Razza Piave", che nel logo si richiamava ad una razza equina, ma che nel nome aveva un chiaro riferimento ad una presunta "razza umana" del Piave e un richiamo ad una determinata cultura politica. Eppure, dopo le leggi razziali del ventennio fascista, la nostra Costituzione già all'articolo 3 chiarisce come la nostra Repubblica non tolleri alcun tipo di discriminazione, men che meno basata su dati biologici». «Vogliamo credere - osserva Puppato - che valga ovunque il richiamo di Einstein che, a ragion veduta, identificava l'esistenza di una sola razza, quella umana, come la biologia evolutiva ha ampiamente dimostrato. La discriminazione razziale viene considerata un'aggravante nel diritto penale. Per tutti questi motivi non è più tollerabile il ricorso al termine "razza" nelle competizioni elettorali, momento fondante della nostra democrazia. Il razzismo - conclude Laura Puppato - va stroncato fin dal linguaggio».
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Il Gazzettino