OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
VENEZIA - Più posti letto, nuove quote di autoproduzione, asporto dei pasti e consegna a domicilio, ma niente catering. In estrema sintesi, sono i contenuti della nuova legge sull'agriturismo in Veneto, approvata dal Consiglio regionale all'unanimità. Un risultato che però non dice tutto quello che è successo in aula prima del voto, con lo scontro fra le posizioni dei ristoratori e le argomentazioni degli agricoltori, a partire dalla lettera inviata da Coldiretti a tutti i capigruppo.
GLI EMENDAMENTI
A firmarla lunedì, come «delegato confederale», il direttore Marina Montedoro: «Conosciamo bene la genesi della proposta ed il suo lungo iter che ci ha portato a condividere passo per passo con la Regione il testo». Tuttavia l'associazione di categoria ha comunicato di non condividere due emendamenti voluti dalla Lega, e graditi anche a Fratelli d'Italia, ritenendoli «anacronistici». Il primo prevedeva lo stop della consegna a domicilio dei pasti da parte deI 1.580 agriturismi, servizio su cui Coldiretti aveva puntato molto durante la pandemia: «Nel terzo millennio dovrebbe essere considerata da tutti una modalità di consegna obbligata ed al passo coi tempi». Il secondo proponeva una rimodulazione delle quote di provenienza degli alimenti (50% aziendale, 35% territoriale, 15% libera): «Un aggravio anche da un punto di vista burocratico». Per questo Montedoro ha concluso la sua missiva «confidando che il testo che sarà licenziato non tenga conto degli emendamenti».
IL MALUMORE
Un tale auspicio è stato però letto come una velata imposizione, anche all'interno della Lega, divisa soprattutto tra il testo di base che ammetteva il delivery e la proposta di modifica che lo bloccava. Di qui già al mattino la riflessione sull'opportunità di ritirarla, il che ha però scatenato il malumore di Fdi, rimasto fuori dall'aula per un'ora. Un siparietto che ha solleticato il Partito Democratico: «Questi emendamenti restano o vengono ritirati? Siamo tutti in gioiosa attesa della decisione della maggioranza», ha punto Giacomo Possamai. Show di Stefano Valdegamberi, tesserato con la Lega ma collocato al Misto: «Qua dentro abbiamo il dovere di interpretare il bene comune, non fare i lobbisti. Quindi chi mi scrive le lettere, con me ottiene l'effetto contrario. Anche perché queste associazioni sono state zitte quando c'era da affrontare il problema dei lupi». Applausi dallo zaiano Gabriele Michieletto e dal meloniano Joe Formaggio, esponente di una famiglia di ristoratori: «Sono di parte, sì, dalla parte di chi paga le tasse, ha tutti i dipendenti in regola, non sgarra nemmeno di un centesimo e viene vessato ogni singolo giorno».
Il capogruppo zaian-leghista Alberto Villanova si è detto «dispiaciuto» per l'intervento di Valdegamberi: «Probabilmente c'è qualche navigante di lungo corso che sente i cambi di vento meglio di noi».
IL COMPROMESSO
Alla fine Villanova e Caner hanno trovato lo soluzione, così spiegata dal relatore Giuseppe Pan: «Se io sono Toni Sugaman, con un agriturismo sui Colli Euganei, posso fare le consegne a domicilio, ma non il catering». Valdegamberi si è rabbonito («Nobile compromesso»), Formaggio è uscito dall'aula prima del voto, le minoranze hanno votato a favore («Ma la gestione dell'iter è stata pessima», ha rimarcato il Pd; «Meglio una legge con dei limiti che nessuna legge», ha concordato Arturo Lorenzoni). Il presidente Roberto Ciambetti ha aggiornato la seduta al 27 settembre, quando le Politiche avranno stabilito i nuovi rapporti di forza. E Coldiretti? Saluta «con favore» le nuove norme, «adeguate al contesto in cui operano le aziende».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino