Lega e Comitato del Nord, i dissidenti veneti ad ascoltare Bossi. «C'è una mancanza di ideali non più sopportabile»

Lega e Comitato del Nord, i dissidenti veneti ad ascoltare Bossi
TREVISO - «Non è una scissione, anzi. Ma la nascita di una corrente interna che riporta ai vecchi valori della Lega. Quello che ha detto Bossi mi è piaciuto:...

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TREVISO - «Non è una scissione, anzi. Ma la nascita di una corrente interna che riporta ai vecchi valori della Lega. Quello che ha detto Bossi mi è piaciuto: non è andato contro nessuno, ma si è mosso solo per salvare la Lega da una mancanza di ideali non più sopportabile». Così Giampaolo Vallardi, ex senatore trevigiano del Carroccio, più volte sindaco, al ritorno da Pavia dove ha assistito al primo passo del Comitato del Nord, organismo voluto da Umberto Bossi in persona per tentare di dare una decisa sterzata alla linea politica del Carroccio. E si sono mossi in tanti per ascoltare il vecchio capo parlare, per ritrovare quelle parole che dall'attuale segretario Matteo Salvini non sentono più. Dal Veneto, oltre a Vallardi, è arrivato anche l'eurodeputato Gianantonio Da Re, non tanto casualmente un altro trevigiano, da mesi in rotta di collisione con Salvini e su cui pende ancora una minaccia di sanzioni disciplinari per le tante critiche lanciate contro il capitano. E Da Re, al solito, non le manda a dire: «Il Comitato del Nord non è un principio di scissione, nessuno si sogna di creare un nuovo partito. Ma una corrente che nasce in contrapposizione a Salvini. Questo è sicuro». Più chiaro di così.

I leghisti trevigiani da Bossi


A Pavia Da Re e Vallardi hanno respirato l'aria della vecchia Lega. A parte il clima decisamente padano tra pioggia, foschia, umidità e il risotto al gorgonzola finale, sono riecheggiate le parole che riportano alle lotte per il nord. «Diciamo che è stato detto che il ponte sullo stretto di Messina non è una priorità - sottolinea Vallardi - e non lo è nemmeno per la Sicilia. Da Bossi abbiamo sentito parole di speranza, le aspettavamo. L'intento di questo comitato è quello di bloccare la continua fuoriuscita di iscritti, di chi non si riconosce più nelle parole del nostro segretario e vuole un ritorno ai vecchi valori». Da Re e Vallardi ci girano un po' attorno, poi puntano su quello che è il tema del giorno: i congressi che non si fanno. «In Lombardia li stanno facendo praticamente in tutte le province - osserva l'eurodeputato - in Veneto non si riesce a partire. Perché? Non so. La segreteria nazionale che dovrebbe fare le convocazioni, non le fa. Non so se ci sia una volontà precisa o un'altra motivazione. Di certo, qui in Veneto, nessuno ha fretta». Più caustico Vallardi: «I congressi in Veneto partono solo a voce, sono sei mesi che ne parliamo e devono essere sempre convocati domani. Vorranno prenderci per stanchezza».


Il Comitato del Nord è un'operazione nostalgia?


Da Re respinge poi una critica che sta salendo soprattutto dall'ala salviniana: che il Comitato del Nord non sia altro che un'operazione nostalgia. «Qui non si parla di nostalgici - ribatte - ma di un partito precipitato all'8%. Parliamo di una linea politica che non ha funzionato, inutile girarci attorno. E il Comitato del Nord vuole aprire un confronto interno». E che consenso sta raccogliendo questo ritorno di Bossi? «Interessa molto - garantisce Da Re - basta vedere quanta gente c'era a Pavia. E presto il Comitato verrà presentato anche in Veneto, dove l'interesse è molto alto». E dopo gli incontri, il vero banco di prova saranno i congressi provinciali. Quando saranno convocati.


 

 

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Il Gazzettino