I vertici leghisti isolano i deputati no-vax: «Una questione di responsabilità»

La manifestazione a Roma a cui hanno partecipato anche degli esponenti leghsiti
VENEZIA - Nella Liga veneta l'imbarazzo è palpabile, così la linea imperante è quella del silenzio: meglio tacere e non alimentare ulteriormente la...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

VENEZIA - Nella Liga veneta l'imbarazzo è palpabile, così la linea imperante è quella del silenzio: meglio tacere e non alimentare ulteriormente la polemica tra chi strizza l'occhiolino ai no-vax e va in piazza con i no-pass e chi, invece, dovendo amministrare i territori, da diciotto mesi cerca di far fronte all'emergenza sanitaria provocata dal coronavirus. Dopo le dichiarazioni dei parlamentari Dimitri Coin e Alex Bazzaro («Non mi sono vaccinato per scelta») e la dura presa di posizione del capogruppo di Zaia Presidente in Regione Alberto Villanova («Stanno intralciando il lavoro dei nostri amministratori, deve intervenire il partito»), la cosa certa è che chi si è esposto a favore dei vaccini sui social è stato coperto da una valanga di insulti. «Sui social capita spesso - conferma l'assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin - a me è successo di ricevere offese e minacce anche quando un anno fa parlavo degli antinfluenzali». Lo stesso Villanova ha riferito di avere ricevuto minacce: «Come reagisco? Bloccando chi insulta e minaccia sui profili social».

GLI AMMINISTRATORI

Se la maggior parte dei parlamentari preferisce glissare sulla polemica che divide il partito, i leghisti che amministrano in Regione e nei Comuni prendono nettamente posizione a favore del vaccino anti-Covid. Sul tema, interpellato ieri, giovedì 5 agosto, durante la diretta social e televisiva da Marghera, il governatore Luca Zaia ha mantenuto il consueto distacco: «Viviamo in un contesto sociale dove è giusto rispettare le idee di tutti. Ma noi garantiamo le vaccinazioni a chi vuole farsele, come amministratori dobbiamo dare delle risposte».
Fatto sta che sia Zaia che Lanzarin si sono vaccinati e non sono stati gli unici. Si è immunizzato il ministro Erika Stefani. In Regione a spingere per il vaccino anti-Covid è l'assessore Roberto Marcato che, tra l'altro, il coronovirus se l'è beccato: «È successo lo scorso gennaio, non so neanche come sia potuto succedere, sono sempre stato attento col distanziamento, avrò usato trenta milioni di mascherine. La mia idea? Avevo preso un caffè a Padova, il contagio probabilmente aprendo la maniglia del bagno». E com'è stata la malattia? «Qualche giorno di febbre importante, ho perso il gusto, avevo una spossatezza incredibile. Ed ero così pieno di anticorpi che ho donato il plasma. Proprio perché ho avuto il Covid ho fatto una sola dose di vaccino, ma se servisse ne farei anche quattro». A chi strizza l'occhiolino ai no vax, Marcato non concede sconti: «In questo momento delicatissimo, in cui stiamo cercando di uscire dalla schiavitù del virus, dare adito ai no-vax è pericoloso. Io non sono per l'obbligo vaccinale, ma sono per i vaccini. Dico che bisogna vaccinarsi e che chi ha responsabilità di rilievo è bene che dia l'esempio. Lo stesso Salvini si è vaccinato. Quindi: sul Green pass si può discutere, ma sulla profilassi no: vaccini sì, sì, sì, sì».
Si è vaccinata anche la vicepresidente della Regione Elisa De Berti: «E si sono vaccinati anche i miei due figli quindicenni». Lo scetticismo dell'assessore veronese è sul Green pass: «Deve esserci la responsabilità individuale, se il Green pass diventa obbligatorio si deve multare chi non ce l'ha, non l'azienda di trasporto o il barista».

IN COMUNE

In attesa della seconda dose del siero anti-Covid è il vicesindaco e segretario della Lega di Venezia, Andrea Tomaello, 31 anni: «Bisogna uscire al più presto da questa emergenza e l'unica soluzione è il vaccino. Da una parte c'è la scienza, dall'altra parte non mi pare ci siano grandi prove che il vaccino non funzioni e comunque io mi fido della scienza». Dopodiché incidono anche le esperienze personali: «Ho visto su Linda, la mia fidanzata, gli effetti che causa il Covid, a distanza di tempo continua a permanere un senso di affaticamento». Linda è Ermelinda Damiano, la presidente del consiglio comunale di Venezia dove peraltro siede il deputato Alex Bazzaro, sceso in piazza con i no-pass. «La libertà personale non è in discussione - dice Tomaello - ma io cerco di sensibilizzare tutti perché si vaccinino. Come bene ha detto Marzio Favero facendo l'esempio della patente di guida, la certificazione verde non è una limitazione di libertà».

 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino