Diaspora nella Lega, se ne va anche l'ex senatore Candura: «Non mi ritrovo con la linea politica di Salvini»

L'ex senatore leghista Massimo Candura
TREVISO - Sbuca all'improvviso, tra le decine di amministratori di Fratelli d'Italia diretti verso la sala congressi dell'elegantissimo hotel Villa Fiorita di...

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TREVISO - Sbuca all'improvviso, tra le decine di amministratori di Fratelli d'Italia diretti verso la sala congressi dell'elegantissimo hotel Villa Fiorita di Monastier. Vestito blu d'ordinanza e cravatta, come tanti. Ma non passa inosservato. Massimo Candura, ex senatore della Lega, assessore di Villorba sempre per i colori del Carroccio e segretario della sezione trevigiana, è il volto nuovo di FdI. Una sorpresa per i tanti presenti al convegno (più di 350 i registrati) organizzato per celebrare il primo anno di governo Meloni: "L'Italia vincente, un anno di risultati". Evento aperto a tutti gli eletti del Veneto e ai tesserati con un confronto tra parlamentari e amministratori. Tanta gente la mattina, un po' meno al pomeriggio. Presenti tutti i big regionali, i ministri Adolfo Urso e Carlo Nordio e in collegamento da Roma il ministro all'Agricoltura Francesco Lollobrigida.

Ma la sorpresa è stata la presenza di Candura. «Non ho rinnovato la tessera con la Lega - conferma l'ex senatore - e ho preso quella di FdI. Ci ho riflettuto molto, da dicembre a giugno quando è scaduto il termine per il rinnovo. Non mi ritrovavo più con la linea politica di Salvini, soprattutto in politica estera. Appoggio invece appieno le idee della Meloni. Questa è la mia nuova casa». Una sorpresa anche per tanti militanti leghisti che da tempo si chiedevano che fine avesse fatto dopo la conclusione della sua esperienza a palazzo Madama, l'esclusione delle liste dei candidati per le ultime politiche e il trasferimento a Roma per motivi di lavoro. L'addio di Candura è di quelli che lasciano il segno.

I MOTIVI
«In Fratelli d'Italia mi hanno accolto in modo più che cordiale - dice - mi riconosco nella linea politica di questo partito. Sono contento di aver trovato un indirizzo politico estremamente chiaro, coerente e in cui credo. Con la Lega ho rotto per l'incertezza sulla linea politica occidentale, al di là dell'episodio Ucraina, e sula collocazione italiana nella Nato. Il problema era la visione del futuro che deve essere coerente e strategica e non ondeggiante. Questa coerenza la trovo nel partito del presidente Meloni. Sono stato tra i primi a uscire dalla Lega? Tecnicamente non ho rinnovato la tessera per l'anno 2023, non so se lo hanno fatto anche altri. Andarsene è una scelta personale, ognuno ha la sua motivazione». E chi pensa a un Candura proiettato verso candidature importanti col nuovo partito viene subito stoppato dal coordinatore provinciale di FdI Giuseppe Montuori: «Chi passa con noi non lo fa per le poltrone perché noi non promettiamo niente a nessuno, ma perché è convinto delle nostre idee. E per le candidature vale il principio della militanza. Però siamo aperti al contributo di tutti».

Sono stati oltre 150 gli amministratori arrivati nella Marca. A fare gli onori di casa il coordinatore regionale e senatore Luca De Carlo che ha parlato di immigrazione - «Per fermare gli sbarchi serve il blocco navale europeo», ha sottolineato - dei problemi e delle soluzioni per un settore strategico come l'agricoltura e di sviluppo dell'Italia. Tra il video celebrativo dei i successi del governo Meloni - crescita del Pil, riduzione dell'occupazione - e il minuto di silenzio per la scomparsa di Giorgio Napolitano, la giornata dell'orgoglio di FdI è scivolata via senza scossoni. I meloniani adesso affilano le armi in vista delle elezioni: prima le comunali - «Nei comuni maggiori andremo assieme a Lega e Fi e saremo assieme in praticamente tutti quelli più piccoli. Da qualche parte saremo forse divisi», spiega Montuori - poi le europee. E infine le regionali dove FdI intende dire la propria, anche sul nome del candidato presidente.
 

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Il Gazzettino