Lega, il malessere di Treviso: salta un gazebo, semi deserto l'incontro con i candidati

La presentazione dei candidati nella sede della Lega
TREVISO - Nella Marca il malcontento dei militanti leghisti è ogni giorno più evidente. Le scelte fatte per le candidature, la sensazione che il territorio da sempre...

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TREVISO - Nella Marca il malcontento dei militanti leghisti è ogni giorno più evidente. Le scelte fatte per le candidature, la sensazione che il territorio da sempre definito cuore pulsante della Lega sia stato messo in un angolo e le sue richieste ignorate, stanno minando l'avvio della campagna elettorale. E il primo segnale è stato il gazebo previsto giovedì a Treviso, in occasione del mercato settimanale nel quartiere di San Liberale, annunciato e poi cancellato. Per i leghisti trevigiani quel mercato è un appuntamento immancabile. Ogni giovedì, per dire, si fa ancora vedere l'ex sindaco Giancarlo Gentilini. E quando ci sono appuntamenti elettorali in vista, è sempre presente un gazebo con tanto di bandiere e volantini. Ma non questa volta. Mercoledì sera il segretario della sezione Treviso 3 Guerrino Mancini ha avvisato i vertici provinciali che il gazebo sarebbe stato cancellato per la mancata presenza di personale della sezione. Tradotto: militanti e volontari hanno snobbato l'appuntamento. Sotto elezioni, nella Lega, non era mai successo che un gazebo saltasse perché i militanti avevano di meglio da fare.


IL SEGNALE
«È solo il primo campanello d'allarme. Ce ne saranno altri». I big della Lega, i militanti di lungo corso, annusano l'aria e avvertono della tempesta in arrivo. Il malcontento si sta diffondendo, le tensioni moltiplicando. Ieri le chat dei leghisti trevigiani sono esplose. L'assenza del gazebo è stata criticata - «Se continuiamo così, poi non lamentiamoci dei risultati elettorali catastrofici», ha rilanciato l'ala più vicina a Salvini - e anche difesa: «Ma come sperate di avere il nostro appoggio in queste condizioni?». E il tutto a venti giorni dalla chiamata alle urne e alla vigilia di un'altra campagna elettorale, quella per le comunali della prossima primavera. Ultima annotazione: il caso gazebo segue di 24 ore la riunione convocata al K3 per presentare i candidati a militanti e simpatizzanti. Contando gli stessi candidati, sei, c'erano in tutto 24 persone.


LA DIFESA


Gianangelo Bof, commissario provinciale e candidato, però sdrammatizza: «È giusto che i militanti chiedano chiarimenti, che qualcuno si arrabbi. Ma comporre le liste elettorali è un esercizio complicato, per uno che accontenti ne scontenti almeno due. Capita sempre così. Ci sta quindi qualche malumore». Bof non crede che l'episodio del gazebo di San Liberale sia l'avvisaglia di una rivoluzione in arrivo: «Ma no - ribatte - lo scorso fine settimana abbiamo fatto gazebo ovunque e tanti ne faremo anche domani (oggi, ndr) e domenica. E se qualcuno è saltato, molto dipende anche dal periodo di ferie. Ogni campagna elettorale inizia così. Dopo le liste per le regionali ho ricevuto centinaia di telefonate da militanti delusi. Ma poi si sono messi tutti a disposizione e abbiamo visto i risultati». Bof non nega però che a Treviso, intenso come capoluogo, qualche problema ci sia come dimostra la riunione andata semi-deserta: «Forse è così, ma a dire il vero a quella riunione c'erano amministratori del comune e segretari di sezione. Magari i semplici militanti erano pochi, ma chi aveva un ruolo è venuto. Insomma: alla fine si metteranno tutti a disposizione».
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Il Gazzettino