Lavoro stagionale, in agricoltura c'è fame di migranti: ma assumere è un percorso a ostacoli

Non si trovano braccianti per le aziende agricole
MIRA (VENEZIA) - Nella Riviera del Brenta mancano oltre un centinaio di lavoratori stagionali per le aziende orticole, i migranti ospiti nelle strutture della zona sarebbero...

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MIRA (VENEZIA) - Nella Riviera del Brenta mancano oltre un centinaio di lavoratori stagionali per le aziende orticole, i migranti ospiti nelle strutture della zona sarebbero disponibili ma spesso il loro impiego è ostacolato da diversi problemi burocratici. «Il nostro bacino avrebbe bisogno di almeno un centinaio di lavoratori stagionali, assunti direttamente o attraverso le cooperative – spiega Michele Terrin segretario di zona della Coldiretti. - Lo scorso marzo a livello provinciale sono state presentate molte domande per far entrare legalmente in Italia persone extracomunitarie attraverso il Decreto Flussi ma molti devono ancora arrivare e la stagione estiva è terminata. Entro fine anno saranno presentate nuove richieste, grazie ad una modifica nel Decreto, e speriamo che possano arrivare lavoratori prima dell’inizio della prossima stagione».


Migranti e lavoro regolare: gli ostacoli burocratici


Quello dei lavoratori stagionali soprattutto nel settore agricolo e orticolo è piuttosto complesso, la stagione inizia a marzo e finisce a settembre ma nei mesi centrali si lavora magari tutti i giorni ma solo per alcune ore, per la raccolta o la piantumazione, al mattino presto e poi nel pomeriggio/sera. «I lavoratori stagionali italiani preferiscono il settore turistico – spiega Terrin – Il lavoro nel settore agricolo è ben diverso». Diverse aziende orticole della Riviera accolgono anche i migranti ospiti nelle strutture per extracomunitari, disponibili da subito e volenterosi. «Alcuni, non tutti, sono veramente disponibili, imparano presto il lavoro e si impegnano tantissimo – racconta un agricoltore. – Ma i problemi per assumerli sono tanti. Al di là della lingua, che ci si ingegna in qualche modo, anche con il traduttore del telefonino, i problemi sono soprattutto di carattere burocratico».

Alcuni extracomunitari partono da Dolo o da Giare di Mira anche prima dell’alba con biciclette sgangherate pur di guadagnare qualcosa che spesso finisce per essere inviato ai familiari nel paese d’origine. Anche le retribuzioni sono variabili proprio perché orari e giornate di lavoro mutano a seconda del tempo e del periodo. «Ci sono periodi di raccolta in cui ho veramente bisogno di personale - racconta un agricoltore - Alcuni migranti lavorano bene, si presentano all’alba pur di lavorare ma non posso rischiare di non regolarizzarli e spesso le difficoltà burocratiche sono insormontabili». Una situazione che Coldiretti conosce bene. «Purtroppo non è facile assumere queste persone pur essendo disponibili e volenterose – spiega ancora Terrin. – Ci sono problemi con i permessi di soggiorno, se manca qualche documento i tempi diventano lunghi e spesso non si riesce a venirne a capo neppure attraverso le cooperative di riferimento, mentre invece il bisogno di manodopera c’è, eccome».

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Il Gazzettino