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ROVIGO - Ospite alla presentazione del progetto "Welcome to Stem", Riccardo Munari di Veneto Lavoro, tra i coordinatori degli ambiti di Padova e Rovigo dell'ente regionale a sostegno delle politiche del lavoro, ha sottolineato che anche in Polesine «il mercato del lavoro sta tornando ad avere delle dinamiche interessanti, ma mostra imprese in sofferenza nel trovare figure qualificate». Tra i dati diffusi da Munari, il divario di genere resta evidente nel saldo occupazionale. Pur essendo in attivo in entrambi i casi, nei primi sei mesi del 2023 è chiara la distanza tra più 2.285 uomini e più 1.400 donne nella differenza tra nuovi rapporti di lavoro e posti persi nella domanda di lavoro dipendente.
Rispetto al primo semestre 2022, in termini percentuali i nuovi posti di lavoro per donne in Polesine sono stati registrati soprattutto nel "personale non qualificato addetto all'imballaggio e al magazzino" (più 15%), come "commessi delle vendite al minuto" (più 9%) e per "camerieri di ristorante" (più 4% le donne, meno 10% gli uomini).
Le assunzioni secondo gli ultimi dati disponibili restano superiori rispetto al secondo trimestre 2019 (per utilizzare un termine di confronto pre Covid), quand'erano state 10.085 nel lavoro dipendente. «Il saldo occupazionale è superiore ai livelli raggiunti in tutti i periodi analoghi negli anni precedenti», ha affermato Munari. Restando così al confronto tra 2019 pre Covid e 2023, e sommando i contratti a tempo indeterminato, apprendistato, tempo determinato e missioni in somministrazione, il primo semestre di quest'anno mostra maggiori assunzioni nei settori dei "servizi alla persona" (18,9%), "commercio e tempo libero" (13,2%), costruzioni (8,3%) e "ingrosso e logistica" (6,7%). In calo, al contrario, le assunzioni nei settori agricoltura (5,7%) e metalmeccanica (2,1%).
Il Gazzettino