Il modello scandinavo di Luca e Katia: «In salone si lavora solo 4 giorni a settimana»

Luca Vettoretti e Katia Zanatta, titolari del Maziby Hair Salon & Spa
TREVISO - Lavorare “solo” quattro giorni su sette, mantenendo inalterati i compensi. Il “modello scandinavo” sbarca a Treviso. Una novità assoluta,...

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TREVISO - Lavorare “solo” quattro giorni su sette, mantenendo inalterati i compensi. Il “modello scandinavo” sbarca a Treviso. Una novità assoluta, non solo per il mondo dei parrucchieri, quella messa in atto dal Maziby hair salon e spa di via Campana, in centro città. Il salone, che vede in società da circa 30 anni Luca Vettoretti e Katia Zanatta, sarà fra i primi in Italia, dal prossimo luglio, ad applicare un modello, sperimentato in Nord Europa ma anche in Nuova Zelanda e Giappone, che riconoscerà ai suoi dipendenti, 7 al momento quelli impiegati, una retribuzione di 5 giorni lavorandone però quattro. 


MENO ORE, PIU’ QUALITA’

«Il mondo del lavoro sta cambiando e, anzi, è già cambiato - spiega Luca Vettoretti, 52 anni, fratello del noto chitarrista Andrea Vettoretti -. Per mantenere degli standard elevati abbiamo deciso di sperimentare un modello che mira ad aumentare la produttività dei dipendenti, assicurando una migliore qualità del lavoro, della concentrazione, e un maggiore sviluppo personale. Il tutto riducendo il tempo di lavoro e creando posti di lavoro». Meno ore insomma, ma con più qualità. «Rimanere concentrati per tanto tempo, a ritmi altissimi, è una vera e propria sfida, e non è sempre così efficiente come si potrebbe pensare - precisa Vettoretti -. Anzi, si rischia solo di creare frustrazione e conflitti. Con questo progetto puntiamo a migliorare i rapporti interpersonali, le condizioni di salute, ma senza penalizzare i nostri collaboratori cui verrà comunque riconosciuta la stessa mensilità di una settimana da 5 giorni lavorativi». 


RICERCA E SPERIMENTAZIONE

L’obiettivo dichiarato è quello di raggiungere una maggiore produttività, aggiungendo possibilità che non sarebbero perseguibili diversamente, «partecipando alle attività del brand, dedicandosi alla ricerca, alla sperimentazione, potendo anche allenarsi con nuove tecniche. Concentrandosi dunque anche su realtà diverse presenti all’interno del gruppo, partecipando a corsi di formazioni specifici, fino alla partecipazione a progetti esterni come servizi fotografici, creazioni di stili e collezioni, condividendo esperienze che permettano di conoscere realtà all’avanguardia del nostro settore». Contrattualmente, specifica la Confartigianato, la formula sperimentata al Maziby è possibile: «L’importante è che venga rispettato il monte ore».


IL VALORE DEL TEMPO LIBERO

Chiaro che più tempo libero andrà incontro anche alle esigenze personali e familiari dei lavoratori. «Spirito di gruppo, meno stress e più benessere personale, con maggior tempo da dedicare alla famiglia, a sé stessi o alla propria crescita personale - sottolinea Katia Zanatta -, sono fattori che riteniamo fondamentali e che spesso vengono troppo trascurati. Il tempo a disposizione è sempre troppo poco, siamo tutti sempre sotto tensione, con l’acqua alla gola, e quindi creare le basi per un’esistenza migliore non minacciando l’armonia del gruppo è importante anche per aumentare l’efficienza e la qualità del servizio». Luca e Katia, dopo il primo negozio in via Dei Mille, si erano spostati per 12 anni a Padova per poi tornare a Treviso in vicolo San Gregorio. Dal 2010 sono in via Campana nell’ex location della pasticceria Casellato al portico Oscuro. «A Treviso siamo stati pionieri già nel 1993 con l’orario continuato – ricordano - chiedendo di lavorare al lunedì o in orari serali per andare incontro alle esigenze della clientela. Ora viviamo un momento molto diverso, e ci manca anche del personale. Siamo soliti portare innovazione, conoscenza, ricerca di servizi e prodotti di alto standard, formare i nostri collaboratori continuamente e ad alti livelli e questo richiede sempre più tempo. Non possiamo continuare a sacrificare le festività e i giorni liberi: si rischia sia logorante e improduttivo». Un approccio che ricorda molto quello di Virginia Sciré, 43enne di Castelfranco, l’amica delle donne. La sua azienda, la Wear Me, quest’anno supererà il milione di euro di fatturato. L’aspetto rivoluzionario riguarda l’organizzazione secondo i tempi delle esigenze delle mamme e delle famiglie: si lavora online, alle 16 si chiude, e si riceve solo su appuntamento.

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Il Gazzettino