ROVIGO L’ultimo aggiornamento di Veneto Lavoro sull’impatto occupazionale dell’emergenza Covid vede “bruciati” in Polesine 1.164 posti di lavoro...
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NUOVI CONTRATTI Quello che, invece, è “puro” è il dato, quello sì decisamente nero, del numero di nuovi contratti attivati: a luglio 2019 erano arrivati a 19.047, quest’anno si sono fermati a 16.514, ben 2.533 in meno. Resta comunque la situazione meno nera fra quella di tutte le province venete, con il saldo tra assunzioni e cessazioni per il periodo 23 febbraio-31 luglio pari a -222 a fronte del +53mila del 2019. Tutti posti di lavoro persi. Considerando solo il mese di luglio, tuttavia, il saldo occupazionale è stato positivo dappertutto e, in Polesine, addirittura di 523 posti di lavoro rispetto ai 298 dello stesso mese di un anno fa. Effetto anche del pieno avvio della stagione turistica.
TIMORI PER L’AUTUNNO Ma l’autunno si avvicina. Nel cosiddetto “Decreto agosto”, sono state introdotte, prorogate o rifinanziate misure fondamentali per la ripresa economica, compresa l’estensione della cassa integrazione e del blocco dei licenziamenti fino a fine anno. «Risponde a molte delle richieste delle organizzazioni sindacali per il mantenimento dell’occupazione», sottolinea Francesca Pizzo, segretaria organizzativa della Cisl Padova-Rovigo, con delega al mercato del lavoro, che non nasconde però come ci siano anche aspetti che non convincono. L’esempio è quello relativo alla «possibilità di prorogare i contratti a tempo determinato in scadenza, senza necessità di causale: diventava indispensabile in una fase di impulso post-emergenza, ma rischia di trasformarsi in un’inefficace forzatura nel contesto profondamente mutato dei prossimi mesi. Per molte piccole aziende polesane la flessibilità, se non utilizzata correttamente, rischia di creare più danni che vantaggi. È una realtà che in tutto il Veneto ha già subìto una profonda trasformazione dovuta alla chiusura di tante strutture turistiche e al blocco di altre attività, provocando nel primo trimestre di quest’anno una flessione del 20% nelle assunzioni a tempo determinato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sia per la componente stagionale che non stagionale».
CONTRATTI A TEMPO Con il “Decreto Dignità” del 2018, la durata massima dei contratti a tempo determinato è fissata 12 mesi e può essere elevata a 25 mesi solo in presenza di precise condizioni.
Il Gazzettino