Lavoratori in nero e sicurezza violata, sospesa l'attività di quattro ristoranti

Controlli nei ristoranti a Rovigo contro il lavoro nero
ROVIGO Nel piatto il nero, ma non di seppia: un lavoratore su dieci, in un ristorante su cinque, è risultato occupato senza alcuno straccio di contratto. Seppure il...

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ROVIGO Nel piatto il nero, ma non di seppia: un lavoratore su dieci, in un ristorante su cinque, è risultato occupato senza alcuno straccio di contratto. Seppure il campione sia ridotto, 15 esercizi di ristorazione e 53 lavoratori controllati, cinque dei quali risultati in nero, e seppure i controlli siano stati in qualche modo mirati perché preceduti da un’attività d’indagine, i numeri sono eloquenti. E sono il bilancio dei controlli nel settore della ristorazione del Nucleo Carabinieri dell’Ispettorato territoriale del Lavoro di Rovigo che in questa estate, nella prevenzione e repressione dello sfruttamento del lavoro e di quello sommerso e irregolare, nonché per verificare il rispetto delle normative sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, hanno visitato 15 attività, da un capo all’altro del Polesine, individuate sulla base di elementi forniti dall’Arma territoriale, dall’Ispettorato territoriale del Lavoro e dall’esame di banche dati.

NEL MIRINO

Le principali irregolarità sono emerse a Lendinara, Porto Viro, Melara, Rovigo, Occhiobello e Adria. In particolare, le attività ispettive, svolte insieme ai reparti territoriali ed al Nucleo Operativo del Gruppo Carabinieri per la Tutela del lavoro di Venezia, hanno fatto emergere cinque lavoratori in nero sui 53 controllati. Complessivamente stati emessi quattro provvedimenti di sospensione dell’attività: due per gravi motivi di sicurezza e due per lavoro nero. I reati e le violazioni in materia di sicurezza accertate sono state ben 28 e su 15 attività, sono state 13 le persone denunciate. In due esercizi è stata applicata la maxi sanzione per lavoro nero per l’impiego di quattro lavoratori complessivi senza la preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro. Oltre agli aspetti legati al lavoro nero, gli accurati controlli hanno consentito di individuare inadempienze anche in materia di sicurezza sul lavoro con ammende e sanzioni per una somma complessiva pari a 200mila euro. In particolare, come sottolinea in una nota il Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro di Venezia, «mancata redazione e/o aggiornamento del Documento di valutazione dei rischi, mancata nomina e formazione dei responsabili del servizio di prevenzione e protezione dei rischi, omessa formazione/informazione sulla sicurezza dei lavoratori, l’impiego di lavoratori subordinati senza preventiva comunicazione dell’instaurazione del rapporto di lavoro, omessa nomina del medico competente e visita medica per i lavoratori in relazione alla mansione svolta, violazioni in materia di videosorveglianza sui luoghi di lavoro e controllo dei lavoratori».

ALTRE ATTIVITÀ

Le irregolarità sono un’esclusiva del settore della ristorazione: a luglio il Nucleo Carabinieri dell’Ispettorato territoriale del Lavoro aveva visitato dieci laboratori tessili, per sei dei quali è scattata la sospensione dell’attività, con sette lavoratori in nero trovati all’opera, cinque dei quali cinesi clandestini, mentre a giugno era toccato ai cantieri edili e su 17 attività visitate, a Rosolina, Occhiobello, Badia, Fratta, Ficarolo e Lendinara, sono stati trovati tre lavoratori in nero, due dei quali clandestini, con 34 violazioni in materia di sicurezza accertate e sette provvedimenti di sospensione dell’attività, sei per gravi motivi di sicurezza e uno per lavoro nero.

 

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Il Gazzettino