Lavoro nero tra i parrucchieri e i massaggiatori cinesi: 9 attività sospese, 11 denunciati, multe per 60 mila euro

Una fase dell'operazione dei Carabinieri contro il lavoro nero
ROVIGO - Chi lavorava per coprire i capelli bianchi delle clienti lo faceva in nero: un’operazione di controlli a tappeto, ha riguardato parrucchieri, ma anche centri...

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ROVIGO - Chi lavorava per coprire i capelli bianchi delle clienti lo faceva in nero: un’operazione di controlli a tappeto, ha riguardato parrucchieri, ma anche centri massaggi e bazar, gestiti da imprenditori di origini cinesi, ed ha visto scattare provvedimenti di sospensione in 9 delle 11 attività ispezionate. E su 28 lavoratori controllati complessivamente, tre sono risultati occupati in nero. Ma l’impiego di lavoratori subordinati senza preventiva comunicazione dell’instaurazione del rapporto di lavoro non è stata l’unica violazione di legge che è stata riscontrata dal Nucleo Carabinieri dell’Ispettorato territoriale del lavoro di Rovigo che, nelle ultime settimane, ha passato al setaccio le realtà attive nel settore dei servizi alla persona che sorgono nei territori di Rovigo, Adria, Rosolina, Porto Viro, Occhiobello e Stienta. I controlli, svolti insieme ai carabinieri delle varie Stazioni territoriali, e preceduti da un’attività investigativa “preventiva”, hanno infatti portato alla luce plurime inadempienze in materia lavoro e di sicurezza sui luoghi di lavoro come la mancata redazione o aggiornamento del Documento di valutazione dei rischi, la mancata nomina e formazione dei responsabili del servizio di prevenzione e protezione dei rischi, l’omessa formazione e informazione sulla sicurezza dei lavoratori, l’omessa nomina del medico competente e l’omessa visita medica per i lavoratori in relazione alla mansione svolta, la mancata gestione delle emergenze e primo soccorso e violazioni in materia di videosorveglianza sui luoghi di lavoro e controllo dei lavoratori.

Dei nove provvedimenti di sospensione dell’attività, sei sono stati quindi dovuti a gravi motivi di sicurezza. I reati e le violazioni in materia di sicurezza accertate sono state complessivamente ben 23. In tutto sono state quindi irrogate sanzioni per oltre 60mila euro, mentre 11 sono stati i soggetti denunciati per violazioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Ai titolari di tre attività è stata applicata la maxi-sanzione per lavoro nero per l’impiego di personale senza la preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro.

Nell’ultimo anno numerose sono state le operazioni in vari settori del Nucleo Carabinieri dell’Ispettorato territoriale del lavoro mirate a prevenire e reprimere i fenomeni dello sfruttamento del lavoro e del lavoro sommerso oltre che alla verifica del rispetto della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. A settembre è stata la volta del settore della ristorazione, con un lavoratore su dieci, in un ristorante su cinque, risultato occupato senza alcuno straccio di contratto, perché su 15 esercizi di ristorazione e 53 lavoratori controllati, per quattro attività sono scattati i provvedimenti di sospensione, due per gravi motivi di sicurezza e due per lavoro nero, con cinque lavoratori in nero.

A luglio era stata la volta dei laboratori tessili, dei dieci controllati in sei è scattata la sospensione dell’attività, con sette i lavoratori in nero trovati all’opera, cinque dei quali cittadini cinesi clandestini. A giugno era toccato invece ai cantieri edili: su 17 attività visitate, a Rosolina, Occhiobello, Badia, Fratta, Ficarolo e Lendinara, erano stati trovati tre lavoratori in nero, due dei quali clandestini, con 34 violazioni in materia di sicurezza accertate e sette provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale emessi, sei per gravi motivi di sicurezza e uno per lavoro nero.

 

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Il Gazzettino