Lavoro nero al mercato di piazza delle Erbe: licenza sospesa anche dal Comune

PIAZZA DELLE ERBE - I controlli interforze ai commercianti ambulanti di frutta e verdura
PADOVA - La sospensione della licenza sarà doppia. Perché a quella decretata ieri dalle forze dell’ordine se ne aggiungerà una seconda, inflitta da...

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PADOVA - La sospensione della licenza sarà doppia. Perché a quella decretata ieri dalle forze dell’ordine se ne aggiungerà una seconda, inflitta da Palazzo Moroni, che applicherà il regolamento comunale. A fare i conti con un periodo di inattività che potrebbe essere piuttosto lungo saranno i titolari delle quattro bancarelle di frutta e verdura di piazza delle Erbe che utilizzavano “dipendenti” senza contratto, come accertato nel blitz dell’altra mattina effettuato dai carabinieri e dai militari della guardia di finanza su ordine della prefettura. Si tratterebbe di tre bengalesi e un italiano.

Ad annunciare il giro di vite per contrastare il lavoro nero è stato ieri Antonio Bressa, assessore al commercio, e la sua iniziativa ha incassato il plauso delle categorie economiche, come ha sottolineato Patrizio Bertin, presidente di Ascom, il quale ha auspicato che vengano effettuati controlli serrati pure al mercato settimanale di Prato della Valle.

LA PROCEDURA

Ieri, comunque, gli ambulanti “fuorilegge” erano presenti in piazza perché le procedure che culmineranno con la sospensione sono ancora in corso e ci vorrà tempo per emettere i provvedimenti. Gli organi di controllo subito dopo faranno pervenire i verbali sugli accertamenti a Marina Celi, caposettore del Suap e delle attività economiche del municipio. «In quel momento – ha spiegato quest’ultima – potremo emettere un ulteriore provvedimento di sospensione sulla base del regolamento comunale inerente le aree pubbliche, il quale prevede che in presenza di violazioni di particolare gravità o di recidiva può essere sospesa la licenza da 2 a 20 giorni. E tra questi rientrano gli illeciti in materia di diritto del lavoro. Scatterà quindi una seconda chiusura forzata che decreteremo ai sensi di una normativa diversa, che si riferisce all’articolo 34 del regolamento comunale, mentre la sanzione pecuniaria verrà applicata da chi ha effettuato gli accertamenti».

Carabinieri e guardia di finanza pertanto intimeranno una “chiusura” per il tempo che serve agli ambulanti per mettersi in regola, mentre lo stop del Comune sarà di un periodo aggiuntivo da stabilire.

L’ASSESSORE

«Sulla base delle violazioni riscontrate da carabinieri e finanzieri scatterà pure la sospensione del Comune – ha osservato Bressa – perché sullo sfruttamento dei lavoratori e sulla concorrenza sleale non possiamo transigere. Le attività di mercato devono svolgersi correttamente. Ribadisco che se un ambulante ha la cassetta della frutta posizionata male gli faremo un’ammonizione bonaria, ma se fa lavorare la gente in nero, e applica poi dei prezzi al ribasso, cosa inaccettabile, le regole andranno applicate fino in fondo». «Nel frattempo abbiamo iniziato a lavorare su alcune ipotesi di riassetto del mercato – ha proseguito – sostituendo gli operatori che se ne sono andati e razionalizzando i posteggi in modo da eliminare gli spazi vuoti. Poi a breve verranno occupati anche i due negozi liberi sotto il Salone: uno andrà venduto e l’altro dato in concessione».

LA CATEGORIA

Infine Bertin a proposito delle irregolarità ha rincarato: «Questi ambulanti ci fanno una concorrenza sleale e quindi è giusto che intervengano le forze dell’ordine: tali situazioni vanno messe al bando, anche perché tolgono dignità alle persone sfruttate. Da tempo chiediamo che i controlli vengano intensificati nelle piazze ma anche in Prato, dove ci sono situazioni che danno una brutta immagine di Padova: penso al caos che si verifica il sabato attorno all’Isola Memmia, quando 20 persone contemporaneamente affondano le braccia in un “cassone” di indumenti buttati alla rinfusa, in uno scenario da terzo mondo, non certo di un capoluogo che si candida a essere polo turistico».

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Il Gazzettino